Per Giorgia Meloni sull’immigrazione c’è una strategia della sinistra contro il governo
Come promesso nei giorni scorsi, il Consiglio dei ministri ha approvato nuove norme sull'immigrazione per cercare di contrastare il fenomeno: la costruzione di nuovi centri per il rimpatrio (Cpr) da parte del Ministero della Difesa e l'allungamento da 12 a 18 mesi dei tempi massimi di permanenza in queste strutture. Queste misure erano state pre-annunciate anche ieri sera da Giorgia Meloni, intervistata durante il programma Dritto e Rovescio.
A 330 giorni dall'inizio del suo mandato, come ricordato dal conduttore Paolo Del Debbio, la Presidente del Consiglio ha iniziato così l'intervento: "Sono una persona che non è mai scappata dalle sue responsabilità, quindi se gli italiani hanno scelto che in questa fase così complessa – della vita dell'Italia, dell'Europa e probabilmente anche del mondo intero – io dovevo avere un ruolo, lo farò fino alla fine, e lo farò al massimo delle mie responsabilità e delle mie possibilità perché loro possano essere fieri di me e perché anche io possa essere fiera di me".
Nei 36 minuti di dialogo con il giornalista, la premier è stata interrogata su molti temi: in primis, ovviamente, l'immigrazione, anche perché proprio ieri mattina ha accolto Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, a Lampedusa, la città al centro delle cronache per l'ondata di sbarchi avvenuta questi ultimi giorni. Poi sono stati affrontati i temi del Superbonus, del Reddito di Cittadinanza, del taglio del cuneo fiscale e molto altro.
L'Unione Europea sta ascoltando il governo italiano sull'immigrazione
"Penso che chiunque abbia un'onestà intellettuale in questa nazione debba riconoscere che la presidente della Commissione Europea ha pronunciato delle parole in tema di immigrazione che dall'Europa non erano mai state pronunciate": Giorgia Meloni fa riferimento al discorso fatto da Ursula Von Der Leyen prima di annunciare i dieci punti per affrontare la crisi migratoria, cioè che "dobbiamo decidere chi entra nell'Unione europea e come, sicuramente non i trafficanti, non gli scafisti".
Infatti, la premier ha sottolineato come il piano della Commissione sia molto in linea con quello della maggioranza di governo, parlando di come sia in corso un'inversione nella strategia europea: "Io credo che quella che il governo italiano sia riuscito a fare in Europa in termini di contrasto ai flussi migratori sia una rivoluzione copernicana. Fino a quando c'era la sinistra al governo si parlava solo di come redistribuire i migranti illegali in giro per l'Europa, adesso l'Ue parla di come fermare le partenze illegali".
Alla domanda di Del Debbio sul fatto che ci fosse o meno una regia dietro a quest'ondata di sbarchi, Meloni ha prima illustrato come la situazione in Africa sia attualmente molto complicata, in quanto "in mezzo Sahel sono in corso dei colpi di Stato, c'è la guerra del grano e quindi la crisi alimentare, c'è il problema della siccità". Poi, l'attacco alle opposizioni:
Io ho visto una strategia – ma non è che la vedo io, è palese – della sinistra italiana ed europea che cerca di smontare qualsiasi cosa si provi a fare. Abbiamo fatto un accordo con la Tunisia per aiutarli a gestire il fenomeno dei migranti irregolari, per portare investimenti in Tunisia, per aiutare una nazione che rischia di andare in default e quindi rischia una crisi finanziaria che per noi sarebbe devastante. Noi chiudiamo l'accordo, portiamo la Commissione Europea, riusciamo a fare una cosa difficile, poi ti trovi mezza sinistra europea che scrive a Von Der Leyen per dire che l'accordo non si può fare. E allora se la sinistra a un certo punto ci spiega pure quali sono le sue di soluzioni a questo problema epocale – al netto di quella che già conosciamo, cioè trasferire centinaia di milioni di africani in Italia in Europa – ci aiuta.
Nuove misure di contrasto all'immigrazione
Il rilancio di una missione congiunta con l'Europa per limitare le partenze sembra sia stata accolta dall'Ue. Meloni ha ricordato della missione Sophia, che nelle sue parti inapplicate prevedevano di "utilizzare navi europee per fermare i trafficanti e per impedire le partenze, in accordo chiaramente con le autorità nel nord del Nordafrica", due punti che la premier ha detto di voler portare nuovamente sul tavolo del Consiglio Europeo. Per Meloni, "questa è una battaglia tra la legalità e i trafficanti di esseri umani".
Con le misure che sono in discussione nel Consiglio dei Ministri di oggi, improntate soprattutto sulla facilitazione dei rimpatri, la premier vuole mandare un messaggio a chi parte: "Se ti affidi ai trafficanti per violare le leggi italiane, quando arrivi in Italia devi sapere che verrai trattenuto e poi rimpatriato". Infatti, secondo Meloni con queste nuove leggi i migranti che sbarcano saranno "trattenuti in questi centri" e la loro richiesta processata "in tempi record".
Reddito di Cittadinanza e Superbonus
Meloni non ha parlato solo di immigrazione. In risposta alle minacce di morte dagli ex percettori del Reddito di Cittadinanza, menzionate da Del Debbio, Meloni difende il suo operato: "Io non sono una persona che si spaventa facilmente. Penso che le cose giuste vadano fatte basta e che ci si debba assumere le responsabilità di quelle scelte". La premier ha riportato qualche dato: il governo si aspettava diverse centinaia di migliaia di persone che avrebbero perso il Reddito, ma sono state solo 115mila, perché le altre hanno preso una decisione prima della scadenza:
Significa che alcune di queste persone, probabilmente, quando noi abbiamo detto che non avremmo continuato a pagare il Reddito di Cittadinanza per chi era in condizioni di lavorare, si sono guardate intorno, si sono rimboccate le maniche e hanno trovato un'alternativa. Magari semplicemente hanno preferito fare un lavoro con tutte le regole e tutte le garanzie piuttosto che lavorare in nero, il che conferma che il Reddito di Cittadinanza era anche un fortissimo incentivo per chi lavora in nero
Invece, quando si parla del Superbonus è un'occasione pure per attaccare Giuseppe Conte, che quella misura l'ha fortemente voluta: "Un politico che dice che una cosa che fa lo Stato è gratuita o non sa di cosa parla, ed è grave, o è un politico che mente, ed è gravissimo. Lo Stato italiano spende i soldi degli italiani: quando li mette da una parte, li toglie dall'altra". Ricorda il "buco da 140 miliardi di euro" generato dai vari bonus edilizi, un costo che ha superato ampiamente le previsioni di spesa, e che ora minerebbe le possibilità di scelta nella nuova legge di bilancio: "Io oggi ho il problema che le risorse che devo mettere sul Superbonus le devo togliere da qualche altra parte, magari dal taglio delle tasse, dalla povera gente, dal sostegno ai più fragili, dalla sanità: le devo togliere da cose che, secondo me, sarebbero state più importanti da fare con quelle risorse".
La prossima legge di bilancio: dal cuneo fiscale alla scuola
Parlando delle misure che saranno nella manovra, per la Meloni la conferma del taglio al cuneo fiscale "è una priorità assoluta". La premier vorrebbe "confermarla per tutto il 2024" col fine di "difendere il potere d'acquisto dei cittadini, difendere il potere d'acquisto dei lavoratori, quindi abbassare le tasse per aiutarli ad avere più risorse", in quanto in questi mesi avrebbe portato fino a 100 euro in più al mese a tutti i lavoratori con redditi medio-bassi.
Ma l'attenzione sarebbe pure sulle pensioni: “Lo scorso anno noi ci siamo occupati di aumentare le pensioni minime, mi piacerebbe quest'anno vedere se riusciamo a dare un segnale sulle pensioni più basse”. Una misura che sarebbe associata pure ad un investimento nella sanità, col fine di "abbassare i tempi di attesa, per poter avere dalla sanità pubblica quello che è un diritto avere”.
Poi, il "merito". Per Meloni " è l'unica cosa che può veramente distruggere le incrostazioni", sostenendo che è necessario "mettere tutti nella condizione di avere in base a quello che dimostrano, non in base alla famiglia nella quale nascono, alla città nella quale nascono, dalla realtà dalla quale provengono, dagli amici che hanno". Per questo motivo ha annunciato un piano di investimenti in borse di studio per gli "studenti meritevoli", in modo da consentire a loro di potersi istruire senza le limitazioni date dalle loro condizioni.
Il recupero delle periferie dopo il "caso Caivano"
L'ultimo tema toccato è stato il caso di Caivano. Per Meloni si tratta di "una sfida", quella di abbattere le "zone franche" per "dimostrare a me stessa e all'Italia che le cose possono cambiare se ci si concentrano le energie, le risorse, l'attenzione". In risposta alla stesa fatta nei giorni successivi all'intervento del governo, la premier ha assicurato che risponde "colpo su colpo: lo Stato deve tornare e deve dimostrare che ce la può fare, e se ci riesce a Caivano – con un impegno che richiederà mesi, forse anni, costanza, sacrifici e tanto coraggio – allora vorrà dire che lo può fare anche in tutte le altre zone franche".