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Per Confindustria e Fmi rallenta la crescita in Italia: riviste al ribasso le stime sul Pil

Confindustria e Fondo monetario internazionale smentiscono le stime del governo sulla crescita. Il Fondo monetario internazionale conferma la previsione di crescita dello 0,7% su quest’anno per l’Italia, mentre rivede al ribasso la stima sull’espansione del Pil del prossimo anno, ora allo 0,8%.
A cura di Annalisa Cangemi
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Confindustria e Fondo monetario internazionale, prevedono una crescita moderata per il nostro Paese e smentiscono il governo, secondo cui sarebbe invece possibile per quest'anno una crescita del prodotto interno lordo del nostro Paese dell'1%, come ha spiegato anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dopo l'approvazione della manovra.

Il Fondo monetario internazionale (Fmi), come all'inizio di ottobre aveva fatto Bankitalia, conferma la propria previsione di crescita dell'economia italiana per l'anno in corso, pari allo 0,7 per cento, e rivede in leggero ribasso, rispetto al precedente rapporto dello scorso luglio, la stima per il 2025, ora dello 0,8 per cento. I dati emergono dall'ultimo rapporto World economic outlook, pubblicato oggi 22 ottobre.

Secondo l'istituto, sull'economia italiana – così come su quella tedesca – continua a pesare la debolezza del settore manifatturiero. "Tuttavia – si legge nel rapporto – mentre la domanda interna italiana dovrebbe beneficiare del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato dall'Unione europea, la Germania è messa a dura prova dal risanamento dei conti pubblici e dal forte calo dei prezzi degli immobili", e segna infatti un Pil fermo (+0,0%) nel 2024 e al +0,8% nel 2025, una stima in calo su entrambi gli anni (rispettivamente del -0,2% e del -0,5%) rispetto all'Outlook di aprile.

Sempre stando all'Fmi, in Italia l'inflazione dovrebbe attestarsi all'1,3 per cento nel 2024 e al 2,1 per cento il prossimo anno, mentre la disoccupazione dovrebbe passare dal 7,7 per cento del 2023 al 7 per cento dell'anno in corso, per poi assistere a un lieve, nuovo aumento al 7,2 per cento nel 2025.

Nell'Eurozona il Pil, un po' più debole rispetto alle proiezioni di aprile e luglio 2024, dovrebbe crescere di un modesto 0,8% nel 2024, grazie al miglioramento delle esportazioni, in particolare di beni, e nel 2025 dovrebbe salire ulteriormente all'1,2%, grazie al rafforzamento della domanda interna. In base all'ultimo aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale, "l'aumento dei salari reali dovrebbe stimolare i consumi e un graduale allentamento della politica monetaria dovrebbe sostenere gli investimenti".

Stime simili, che parlano di un rallentamento della crescita in Italia sono state diffuse anche da Confindustria. Nel Rapporto di previsione ‘I nodi della competitività. La crescita dell'Italia fra tensioni globali, tassi e Pnrr', anche Confindustria infatti rivede al ribasso le stime sul Prodotto interno lordo italiano. Lo studio elaborato dal Centro studi degli industriali evidenzia, infatti, che "la crescita del Pil, a seguito della revisione Istat, si attesta a +0,8% quest’anno e 0,9% il prossimo". Confindustria dunque ha limitato le previsioni del Pil sia per il 2024 che per il 2025. Secondo lo studio, a pesare nel breve periodo è soprattutto la crisi industriale del settore automobilistico, con i risultati di Stellantis che hanno compromesso una parte importante del sistema industriale italiano.

Le reazioni

"I dati del Fmi confermano una volta di più (dopo Confindustria, Commissione, Bankitalia e Upb) che le previsioni di crescita per l'Italia saranno modeste, inferiori alle tendenze dei paesi della zona Euro e, soprattutto, molto peggiori delle stime del governo. E questo vuol dire che il nostro paese arranca, con buona pace della propaganda del governo", ha commentato il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.

"Allora è necessario che Giorgetti una volta tanto dica la verità sui conti, ci dica quanto le loro bugie sul Pil del 2024 e del 2025 incideranno sui conti pubblici. Forse sarebbe più serio dire la verità al Parlamento e tagliare subito le stime di crescita false che il governo ha comunicato nel Psb a Bruxelles. Nel frattempo rimaniamo in attesa dei numeri della manovra e che la stessa venga trasmessa immediatamente alle Camere visto che era stato annunciato, in conferenza stampa, che sarebbe arrivata ieri ma, ad oggi, non ne abbiamo traccia".

"Dal Fondo Monetario Internazionale e da Confindustria arrivano previsioni di crescita per l'Italia modeste, peggiori delle stime del governo e inferiori alle tendenze dei Paesi della zona Euro. Nonostante la spinta del PNRR, la verità è che l'Italia arranca, con buona pace della propaganda del governo", ha detto Antonio Misiani, responsabile Economia della segreteria Pd. "La legge di bilancio presentata dal ministro Giorgetti non cambierà questa situazione. Le stesse previsioni del governo ci dicono che la spinta espansiva della manovra sarà molto modesta e limitata al solo 2025, con un'economia Italiana destinata a perdere progressivamente terreno rispetto al resto d'Europa. È il risultato di una politica economica rinunciataria, attenta solo a rispettare i parametri di bilancio europei ma del tutto priva di una strategia efficace per rilanciare lo sviluppo e ridurre le disuguaglianze. E quindi in prospettiva fragile anche sotto il profilo del contenimento del debito pubblico".

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