video suggerito
video suggerito
Manovra 2025

Pensioni, tutte le novità approvate nella Manovra 2025 e cosa cambia per minime e anticipate

Approvata la Manovra in via definitiva: la Legge di Bilancio 2025 conferma le regole della riforma Fornero, ma introduce interventi mirati su pensioni minime, rivalutazioni e uscite anticipate a 64 anni per alcune categorie. Le modifiche restano tuttavia limitate e non rappresentano una riforma organica.
A cura di Francesca Moriero
33 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Con l'approvazione della Legge di Bilancio 2025, il sistema pensionistico italiano vede alcune modifiche importanti, ma senza una riforma organica.

Restano in vigore le principali regole introdotte dalla legge Fornero – pensione di anzianità o di vecchiaia- Quota 103, oltre ad Ape sociale e Opzione donna. Tuttavia, ci sono novità che riguardano le pensioni minime, le rivalutazioni degli assegni e la possibilità di uscita anticipata dal lavoro a 64 anni per una specifica categoria di lavoratori. Gli interventi sono mirati, ma avranno un impatto limitato sulla platea complessiva dei pensionati. Ecco in dettaglio cosa cambierà nel 2025.

Come cambiano le pensioni nel 2025: le novità approvate in Manovra

Una delle principali novità è la possibilità di accedere alla pensione anticipata a 64 anni cumulando la pensione maturata con la rendita dei fondi di previdenza complementare. Questa misura, rivolta a chi è nel sistema contributivo, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996, consente di raggiungere il requisito di un assegno pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale (si tratta di circa 1.600 euro). L’obiettivo è facilitare l’accesso alla pensione anticipata, ma con criteri più stringenti: dal 2025 saranno richiesti 25 anni di contributi, che saliranno a 30 anni nel 2030.

Per chi si ritira dal lavoro nel 2025, è previsto un lieve calo degli assegni pensionistici per effetto dei nuovi coefficienti di trasformazione legati all’aumento dell’aspettativa di vita. A parità di contributi versati, chi va in pensione nel 2025 riceverà un importo inferiore rispetto a chi si è ritirato nel 2024.

Infine, prosegue il meccanismo della rivalutazione delle pensioni, che adeguerà gli assegni all’inflazione, seppur con aumenti contenuti (+0,8%) a causa del rallentamento del costo della vita. Anche le pensioni minime subiranno un lieve aumento, passando da 614,77 a 616,67 euro mensili (+2,2%).

Nonostante le modifiche, il sistema pensionistico rimane ancorato alla normativa esistente, lasciando aperto il dibattito su una futura riforma strutturale.

Pensioni anticipate, chi potrà lasciare il lavoro a 64 anni nel 2025: i requisiti

Dal 2025, grazie a una modifica introdotta dalla Legge di Bilancio, chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 potrà andare in pensione a 64 anni cumulando anche la rendita di fondi pensione privati. Questa opportunità è riservata a chi raggiunge un importo pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale, ovvero circa 1.600 euro mensili. L’obiettivo della misura è agevolare l’uscita dal lavoro per chi rientra nel sistema contributivo, ma le condizioni restano stringenti.

Attualmente, questa opzione richiede almeno 20 anni di contributi, ma dal 2025 ne serviranno 25, per arrivare a 30 anni nel 2030.

La possibilità interessa quindi una platea molto ridotta, destinata a crescere leggermente negli anni. Secondo la Ragioneria generale dello Stato, nel primo anno coinvolgerà solo circa un centinaio di persone.

Cosa cambia per le pensioni minime con l'approvazione della legge di bilancio

Dal 2025 le pensioni minime subiranno un leggero aumento nel 2025, passando da 614,77 euro a 616,67 euro al mese, con un incremento del 2,2%. Tuttavia, questo adeguamento risulta inferiore rispetto alla perequazione prevista nel 2024, che era al 2,7%. Per il 2026, invece, l’aumento scenderà all’1,3%.

La revisione è legata ai nuovi coefficienti di trasformazione, che tengono conto dell’aumento dell’aspettativa di vita. Questo implica che, a parità di contributi versati, chi andrà in pensione nel 2025 riceverà un assegno leggermente inferiore rispetto a chi ha lasciato il lavoro nel 2024.

Rivalutazione pensioni 2025, la tabella degli aumenti fascia per fascia

La legge di Bilancio 2025 conferma l’adeguamento delle pensioni al costo della vita, sebbene con percentuali più basse rispetto agli anni precedenti.

Per il 2025, l’inflazione stimata è dello 0,8%, con aumenti contenuti:

  • Fino a 3 volte la pensione minima (1.795,82 euro lordi al mese): rivalutazione al 100% dell’inflazione.
  • Tra 3 e 5 volte la pensione minima (da 1.795,83 a 2.993,04 euro): rivalutazione al 90% dell’inflazione.
  • Oltre 5 volte la pensione minima (oltre 2.993,05 euro): rivalutazione al 75% dell’inflazione.

Questi incrementi si applicano in modo progressivo. Ad esempio, chi riceve 2.500 euro al mese vedrà una rivalutazione al 100% per la prima fascia e al 90% per la parte eccedente.

Sulla base della stima ISTAT dello 0,8% di inflazione per il 2024, gli aumenti saranno modesti:

  • Fino a 3 volte la minima: +0,8% (8 euro per un assegno di 1.000 euro).
  • Tra 3 e 5 volte la minima: +0,72% (14 euro per un assegno di 2.500 euro).
  • Oltre 5 volte la minima: +0,6% (29 euro per un assegno di 4.000 euro).

In sintesi, le rivalutazioni per il 2025 saranno contenute, riflettendo un’inflazione più bassa rispetto agli anni precedenti.

33 CONDIVISIONI
189 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views