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Pensioni, Zanetti: “Immorale rimborsarle a tutti”. Consulta: “Sentenza vale erga omnes”

Il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti ha commentato la sentenza della Corte Costituzionale, che ha annullato la parte della Riforma Fornero che blocca l’adeguamento delle pensioni al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps.
A cura di Davide Falcioni
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A una settimana dallo stop della Corte Costituzionale alla parte della Riforma Fornero che stoppa l'adeguamento delle pensioni al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps il sottosegretario all'Economia e segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti rilascia una dichiarazione destinata a far discutere: "Escludo – ha detto il centrista – che sia possibile restituire a tutti l'indicizzazione delle pensioni, per quelle più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse". Zanetti ha precisato di aver espresso un'opinione "a titolo personale", anche perché Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, aveva annunciato nei giorni scorsi che il governo "rispetterà le leggi, minimizzando l'impatto per le casse pubbliche".

Nella sua sentenza la Consulta ha giudicato incostituzionale il blocco dell'adeguamento all'inflazione delle pensioni lorde di importo superiore a tre volte il minimo previsto dall'Inps, ovvero 1.443 euro. A tal proposito stamattina Mario Monti, premier quando venne varata la Riforma Fornero, ha difeso quella legge: "Era strettamente indispensabile. Ho letto che è stata una delle decisioni più sofferte prese dalla Corte. Una sentenza che, nella pacatezza che la Corte Costituzionale deve avere e quasi nell'oblio delle circostanze specifiche in cui le decisioni sono prese, guarda uno spicchio significativo di un intero problema, e cioè il blocco delle indicizzazioni delle pensioni, e forse non dà altrettanto rilievo ad altri valori di pari rilevo costituzionale come per esempio il vincolo di bilancio".

Secondo un report della UIL con l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale il rimborso per una pensione di 1500 euro nel 2011 dovrà partire da 2.540 euro per 2012 e 2013 – i due anni di blocco – oltre che per le conseguenze che questi hanno avuto sul 2014. Somme importanti, dunque, che complessivamente potrebbero arrivare a pesare oltre 16miliardi di euro per le casse dello stato. Secondo la CGIA di Mestre infatti il rimborso medio spettante per le pensioni da 2.500 a 3mila euro arriva a 3.791 euro, per poi superare i 5.171 euro per le pensioni di oltre 3mila euro. Dal canto loro sindacati e associazioni dei consumatori chiedono che l'Inps dia immediata attuazione della sentenza della Corte, mentre a Bruxelles la notizia ha sembrato destare qualche preoccupazione. L'auspicio dell'Europa, infatti, è che il rimborso non comprometta "l'impegno italiano a rispettare le regole del Patto: la sostenibilità dei conti deve restare una priorità anche alla luce dell'alta spesa pensionistica".

In serata la precisazione della Consulta e di Palazzo Chigi – La sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni e il blocco delle indicizzazioni, senza l'introduzione di eventuali interventi del governo, vale di per sé erga omnes ed è immediatamente applicativa: tecnicamente non serve un ricorso, anche se questa può essere una via per sollecitare il rimborso. Lo hanno spiegato in serata sia fonti vicine alla Corte sia alcuni giuristi. Le stesse fonti spiegano che le sentenze della Corte Costituzionale, salvo diverse indicazioni contenute nel provvedimento emesso dai giudici, acquistano efficacia il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Per ottenere il rimborso delle somme non percepite in termini di indicizzazione si deve fare una domanda all'Istituto pensionistico, non serve un ricorso, perché dopo la sentenza la restituzione è un obbligo da parte dello Stato. Intanto anche Palazzo Chigi è intervenuto sul tema delle pensioni sottolineando come il governo si sia espresso attraverso le parole del ministro Pier Carlo Padoan. Palazzo Chigi fa sapere dunque che le indiscrezioni e ricostruzioni riportate da alcuni organi di informazione non riflettono gli orientamenti dell'Esecutivo al riguardo.

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