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Pensioni rivalutate, chi aveva un assegno da 1500 euro ora prende 760 euro in meno: la denuncia di Uil

Circa 760 euro all’anno in meno nel potere d’acquisto delle pensioni basse. La stima di Uilp, sindacato pensionati, è che dal 2011 al 2022 le pensioni abbiano perso valore. Nel 2023, con l’ultimo intervento del governo Meloni, ci ha perso soprattutto chi prende più di 2mila euro al mese.
A cura di Luca Pons
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Chi ha una pensione da 1500 euro al mese, oggi, ha un potere d'acquisto più basso di 760 euro all'anno rispetto a chi ce l'aveva nel 2011. È quanto emerso da uno studio della Uilp, sindacato dei pensionati, dopo i dati diffusi ieri dall'Inps. Facendo delle stime sulle rivalutazioni delle pensioni, cioè l'aumento annuale degli assegni per compensare l'aumento dei prezzi dovuto all'inflazione, il sindacato ha stabilito quanto hanno perso i pensionati negli ultimi anni, in termini di potere d'acquisto, basandosi sui numeri più aggiornati.

L'Inps ha comunicato che nel 2023 ci sono 17,7 milioni di pensioni (di cui 13,6 milioni di pensioni previdenziali), con un valore medio di 1.359,53 euro al mese. Più della metà delle pensioni (il 55,8%) ha un valore inferiore ai 750 euro mensili. Sono 9,8 milioni le pensioni in Italia che si trovano sotto questa soglia.

Dal 2011 potere d'acquisto in calo, con il governo Meloni un taglio netto

Quest'anno il governo Meloni ha deciso di non rivalutare tutte le pensioni allo stesso modo: come avvenuto con i governi precedenti da Mario Monti in poi (con la sola eccezione del governo Draghi), gli assegni più alti sono stati rivalutati di meno. La pensione di chi prende almeno quattro volte la minima (quindi dai 2.100 euro al mese in su) è quindi cresciuta meno del previsto: una flessione andata dal 15% al 68%, aumentata al crescere dell'importo. A essere penalizzati sono stati circa 3,5 milioni di pensionati, ha calcolato il sindacato.

Considerando le rivalutazioni avvenute negli anni, che non sono state pari al 100% dell'inflazione ma più basse, dal 2011 al 2022 le pensioni hanno perso non solo valore, ma soprattutto potere d'acquisto. Secondo la stima di Uilp, una pensione che nel 2011 era di 1.500 euro lordi al mese nel 2022 valeva 58 euro in meno, e aveva perso un potere d'acquisto pari a 760 euro all'anno. Il dato aumenta con il crescere degli assegni: chi aveva una pensione da 3.500 euro al mese ha perso 340 euro al mese nel suo assegno, per un potere d'acquisto di 4.450 euro all'anno.

Per quanto riguarda il 2023, e quindi le ultime misure previste dal governo Meloni, l'inflazione ha avuto un impatto significativo. Per le pensioni da 2.500 euro al mese, la perdita dal 2022 al 2023 è stata di circa 25 euro al mese, o 325 euro all'anno. Chi prendeva 3.000 euro al mese ha perso un potere d'acquisto di 92 euro per ogni mensilità, cioè circa 1.200 euro in un anno.

Infine, per gli assegni mensili da 3.500 euro la perdita è stata di 115 euro al mese, che si traduce in un calo del potere d'acquisto da 1.500 euro in un anno. Secondo il segretario di Uil, Pierpaolo Bombardieri, la rivalutazione mancata è un danno economico che "ti porti dietro tutta la vita, non è un danno solo momentaneo. Ma quale fiducia si può avere in uno Stato che modifica le regole mentre il gioco è in corso?".

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