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Pensioni, quota 100 potrebbe chiudere in anticipo: possibile abolizione già a fine 2020

L’ipotesi di una modifica alla quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal precedente governo, sembra prendere sempre più piede nella nuova maggioranza. Se la strada della rimodulazione non è in discesa, sembra più probabile che M5s e Pd decidano di chiudere la misura con un anno di anticipo, già a fine 2020.
A cura di Stefano Rizzuti
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La quota 100 potrebbe cambiare. Non è una novità assoluta, anche se l’accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sulle possibili modifiche che potrebbe varare il nuovo governo Conte ancora non c’è. Per l’anticipo pensionistico, che riguarda chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati, l’ipotesi al momento più probabile è quella di chiudere la misura un anno prima: non più a fine 2021, ma a fine 2020. Le ultime novità vengono riportate dal Corriere della Sera che parte da un elemento da ricordare: le domande pervenute per la quota 100 sono meno di quelle previste. Il che vuol dire che parte dei fondi stanziati potrebbero essere recuperati e indirizzati su altri obiettivi.

La prima certezza sull’anticipo pensionistico introdotto dalla scorsa legge di Bilancio è che non ci sarà a partire dal 2022. Niente di nuovo. Si tratta di una misura sperimentale, introdotta per tre anni. E anche la Lega, che tanto l’ha voluta, puntava a superarla dopo questo triennio per elaborare un nuovo anticipo pensionistico. Per rinnovare la misura nel 2022, quindi, servirebbe una proroga: ipotesi per ora non sul tavolo. Anche perché servirebbe una nuova legge, ritenuta assai improbabile oggi. Ovviamente, però, tutto dipenderà da chi varerà la legge di Bilancio a fine 2021: non è detto che sia la stessa maggioranza di oggi.

Quota 100, prende piede la chiusura in anticipo

L’ipotesi al momento più accreditata, come già sottolineato negli scorsi giorni, è che la misura venga chiusa con un anno di anticipo: quindi si metterebbe fine alla quota 100 al termine del 2020, senza un rinnovo per il 2021. C’è anche un’altra opzione, quella di arrivare a scadenza naturale, alla fine del 2021. Poi chiuderla. Ma nel frattempo si potrebbe pensare a requisiti più stringenti per accedere, ipotizzando magari di alzare l’età minima per accedere di un anno, da 62 a 63. L’ipotesi di una rimodulazione, dunque, resta in campo. E si potrebbe affiancare a un rafforzamento dell’Ape sociale, per agevolare la pensione anticipata per i lavori gravosi o per i disoccupati.

Quota 100, meno domande del previsto

Queste ipotesi vengono confermate dal Sole 24 Ore, che sottolinea in primis come le domande arrivate siano circa la metà di quelle previste. La spesa, quindi, potrebbe ridursi a soli quattro miliardi di euro nel 2020, come sostenuto dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Per ora le domande arrivate sono 176mila. E l’idea della chiusura anticipata, conferma il Sole, prende sempre più quota. Mentre sembra più complicato restringere la platea: il M5s spiega di volersi opporre a questa ipotesi. Anche se lo stop anticipato rimane plausibile. Inoltre, sembra probabile il prolungamento dell’Opzione donna.

La quota 100 si può modificare

Sulla quota 100, così come sul reddito di cittadinanza, interviene oggi anche il neo-ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo: “Reddito di cittadinanza e quota 100 restano”, assicura. Almeno per ora. “Entrambe le misure – precisa però Catalfo – possono essere migliorate ma non sono in discussione. Dobbiamo lavorare con sempre maggiore forza sul potenziamento delle politiche attive e dei Centri per l'Impiego. Lo faremo”, afferma aprendo a qualche possibile modifica all’anticipo pensionistico.

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