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Pensioni quota 100: ecco il decreto

L’introduzione della quota 100 permetterà a migliaia di lavoratori di anticipare la pensione: per accedere è necessario avere almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati. Il decreto che arriva in Consiglio dei ministri prevede le regole riguardanti la quota 100, ma anche le restrizioni, i paletti e le novità per la buonuscita dei dipendenti statali.
A cura di Stefano Rizzuti
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La novità per la quota 100, l’anticipo pensionistico per chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati, riguarda la data di erogazione per i dipendenti pubblici e la possibilità di ricevere la liquidazione anticipata. Le ultime bozze del decreto che arriva oggi in Consiglio dei ministri confermano le linee già previste sulla quota 100, a cui si aggiunge il via libera agli stanziamenti per il Tfs, il Trattamento di fine servizio, ovvero la buonuscita per gli statali, anticipato per tutti. E non solo per i ‘quotisti’. Per quanto riguarda la data di erogazione del primo assegno pensionistico per i dipendenti pubblici, il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, afferma che si partirà dal primo agosto 2019. Come confermato dall’ultima bozza del decreto. Chi matura i requisiti per la pensione entro il 31 dicembre 2018, si legge nel decreto, ha diritto “alla decorrenza del trattamento pensionistico dal primo aprile 2019”.

Come funzionerà la quota 100 per le pensioni

La quota 100 sarà sperimentale, per il triennio 2019-2021. Poi potrebbe essere superata, secondo l'auspicio del governo, con la quota 41. Confermati i criteri anagrafici (62 anni) e di contributi (38 anni), così come le finestre trimestrali per i dipendenti privati e semestrali per quelli pubblici. Per quanto riguarda il trattamento di fine servizio, sarà “immediato per tutti i dipendenti pubblici”, assicura ancora Bongiorno facendo riferimento sia ai quotisti che a tutti gli altri pensionati. Il Tfs verrà corrisposto “al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione della stessa". Con un decreto del presidente del Consiglio verranno definite le modalità di erogazione e di accordo con le banche “senza oneri a carico della finanza pubblica”. La quota 100 non è cumulabile con altri redditi da lavoro, se non entro un limite da 5mila euro annui. Un limite che vale per il periodo tra il pensionamento anticipato e il momento in cui il lavoratore si sarebbe ritirato dal lavoro con le regole della legge Fornero (67 anni).

Ricapitolando, chi va in pensione con la quota 100 può anticipare il momento di ritiro dal mondo del lavoro. Ma non senza intoppi. Al di là delle restrizioni e dei paletti decisi per scoraggiare gli oltre 300mila lavoratori che potrebbero usufruire della misura, il maggiore disincentivo è la riduzione dell'assegno pensionistico. Versando contributi per meno anni, il lavoratore che aderisce alla quota 100 riceverà un assegno ridotto, nonostante lo riceva per più anni (ma perdendo, così, il reddito da lavoro degli anni di anticipo).

Quota 100 e le novità per l’Inps

Per quanto riguarda la struttura dell’Inps, si prevede uno stanziamento di 50 milioni di euro per l’assunzione di personale nell’istituto di previdenza. “In considerazione della grave carenza di personale dirigenziale di livello non generale dell'Ispettorato nazionale del lavoro e al fine di far fronte tempestivamente alle esigenze di potenziamento ed efficacia degli interventi ispettivi e di tutela del lavoro, le assunzioni possono essere effettuate anche attingendo dalla graduatoria del concorso bandito dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, secondo quanto riportato nel decreto.

Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, inoltre, verranno “nominati i presidenti di Inps e Inail”. I due consigli d’amministrazione vengono ripristinati e saranno composti dal presidente e da quattro componenti. Per quanto riguarda gli emolumenti, verranno “definiti con Decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze”. Il loro costo complessivo viene “compensato con una riduzione di pari importo delle spese di funzionamento degli Enti”.

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