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Pensioni, quando torna la legge Fornero se il governo non interviene

Quota 102 ha ormai i giorni contati e scadrà a fine anno. Se il governo non interverrà prima sulle pensioni, quindi, dal 1° gennaio 2023 si tornerà alle legge Fornero. Facciamo chiarezza.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo ha due mesi di tempo per intervenire sulle pensioni, altrimenti dal 1° gennaio 2023 tornerà in vigore la legge Fornero. La soluzione ponte individuata dalla Lega che vuole assolutamente evitare il ritorno alla Fornero, Quota 102, ha ormai i giorni contati e scadrà a fine anno. Tra novembre e dicembre, due mesi che si prospettano incredibilmente frenetici per la chiusura della sessione di bilancio, il nuovo esecutivo dovrà quindi anche pensare alla riforma delle pensioni per rivedere il sistema di uscita dal mercato del lavoro. E lo dovranno fare con poche risorse a disposizione.

Al momento non c'è una proposta concreta sul tavolo che possa evitare il ritorno alla legge Fornero dal 2023. Nel programma elettorale condiviso, la coalizione di centrodestra aveva genericamente parlato di "innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità". La nuova ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, fa parte della quota di tecnici, e ha assicurato che sentirà anche le parti sociali. Che, da parte loro, hanno lanciato l'allarme sull'improvviso stop dei tre canali attualmente previsti (oltre a Quota 102 ci sono anche Opzione donna e Ape sociale), che porterebbe a un repentino aumento della soglia di pensionamento.

Nel programma di Fratelli d'Italia, partito uscito vincitore dalle elezioni, in merito alle pensioni si legge:

Flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso facilitato alla pensione, favorendo al contempo il ricambio generazionale. Stop all’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Rinnovo della misura “Opzione donna”. Un sistema pensionistico che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo. Ricalcolo, oltre un’elevata soglia, delle “pensioni d’oro” che non corrispondono a contributi effettivamente versati. Adeguamento delle pensioni minime e sociali, per restituire dignità alle persone che vivono difficoltà quotidiane e rischiano di finire ai margini della società.

Giorgia Meloni, però, da parte sua ha già messo in chiaro che il quadro di risorse pubbliche, soprattutto a causa dell'importante impegno che dovrà convergere nel contrasto del caro energia, non consentirà molto margine di manovra. E questo "ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio". Non è chiaro, quindi, se anche la riforma delle pensioni sarà rinviata.

Le ipotesi di cui si è parlato in queste settimane, ad ogni modo, sono Quota 41, per cui spinge la Lega, e Opzione uomo. Il governo potrebbe anche decidere di prorogare momentaneamente Quota 102 per evitare il ritorno alla legge Fornero e prendersi così più tempo per mettere a punto la riforma del sistema pensionistico.

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