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Pensioni, Ponte sullo Stretto, aiuti alle famiglie: tutte le richieste dei partiti per la manovra

Tra vertici di maggioranza e riunioni di governo, il centrodestra sta cominciando a parlare seriamente delle misure da inserire nella prossima manovra. Il problema è che l’elenco è folto e i soldi sono pochi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La lista della spesa è lunga e il fondo-cassa molto limitato. Ma nelle prossime ore occorrerà necessariamente tagliare qualche voce per far tornare i conti, e difficilmente sarà un momento sereno per il centrodestra. Questa sera Giorgia Meloni aspetta ministri, leader di partito e capigruppo a Palazzo Chigi, prima di cena. Un grande tavolo per cominciare a parlare del tema cruciale dei prossimi mesi: la legge di Bilancio. Oggi si parlerà più che altro di metodo, hanno fatto sapere dal governo, ma sarà la prima occasione per i partiti per mettere nero su bianco le richieste. Da qui in poi servirà un grande lavoro diplomatico per limare le distanze e trovare una quadra che soddisfi tutti. Anche perché la portata della manovra non supererà in ogni caso i 30 miliardi e la linea è quella della "prudenza" professata dal ministro dell'Economia Giorgetti.

Di questi 25-30 miliardi totali, tra gli 8 e i 10 saranno impiegati per rinnovare il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti di almeno 5 punti (anche se attualmente sono 6 o 7 a seconda del reddito). Parliamo di un terzo dei fondi a disposizione, per cui – tra l'altro – vanno ancora trovate le coperture. Su questo, però, sono d'accordo praticamente tutti nel centrodestra: la priorità è aumentare gli stipendi, la strada scelta dal governo è quella di ridurre il carico contributivo. Una misura che, fino a che verrà rinnovata, dovrà comunque essere rifinanziata. Renderla strutturale è molto più complesso. In ogni caso è molto difficile tornare indietro ora, e il governo – memore dell'esperienza accise – lo sa bene. Non rinnovare lo sconto sul cuneo equivarrebbe a consegnare a milioni di italiani, a gennaio 2024, delle buste paga più basse di un centinaio di euro. Sarebbe un autogol clamoroso che il centrodestra, a sei mesi dalle elezione europee, non può assolutamente permettersi.

I restanti due terzi dei fondi a disposizione in manovra sono tutti da spartire. La Lega spinge sul finanziamento dei lavori del Ponte sullo Stretto, opera a cui il Salvini ministro delle Infrastrutture ha legato la sua figura politica da un anno a questa parte. Per far partire i cantieri la prossima estate servono soldi, e servono in questa legge di Bilancio. Sulle pensioni, il Carroccio non abbandona il sogno Quota 41, mentre punta come minimo a un rinnovo di Quota 103. L'estensione della flat tax, invece, resta nel cassetto.

Anche Forza Italia punta forte sulle pensioni, ma chiedendo un intervento sulle minime. L'ultima grande promessa – o scommessa – di Silvio Berlusconi è stata dire che le avrebbe portate a mille euro entro la fine della legislatura. Per quest'anno va bene salire a 700 euro, con un costo totale di mezzo miliardo (se limitato agli over 75). Fratelli d'Italia, invece, vuole dedicare le proprie energie alla natalità: bonus per chi fa il secondo figlio, aiuti per le famiglie numerose, soldi a pioggia per uscire dall'inverno demografico che rischia di portare il Paese nel baratro. Per le varie ed eventuali si aspetta l'approdo in Parlamento, terreno ultimo in cui provare a infilare una voce in più nella lista della spesa. Anche se i soldi sono pochi, uno spazietto spesso si trova.

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