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Pensioni, perché l’età pensionabile rischia di aumentare dal 2027 e cosa ha detto il governo Meloni

Dal 2027 si potrebbe andare in pensione tre mesi più tardi: è la conseguenza dell’aumento dell’aspettativa di vita. Servirebbero 67 anni e 3 mesi di età per la pensione di vecchiaia e 43 anni e 1 mese di contributi per quella anticipata (42 anni e 1 mese per le donne). La decisione spetta al governo Meloni, che ha detto di voler bloccare l’aumento dell’età pensionabile.
A cura di Luca Pons
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Si torna a parlare di età pensionabile, e della previsione dell'Istat che questa dovrà aumentare di tre mesi a partire dal 2027. La questione era stata sollevata a gennaio dalla Cgil, perché sembrava che un intervento dell'Inps avesse cambiato i criteri di calcolo delle pensioni alzando l'età necessaria per lasciare il lavoro senza avvisare. L'Istituto aveva poi risposto, spiegando a Fanpage.it che si trattava solamente di simulazioni, ma che a decidere un effettivo cambio di età pensionabile sarà il governo.

Oggi il tema è tornato pressante perché l'Istat ha confermato che le stime ufficiali sull'aspettativa di vita degli italiani sono cresciute. Leggi alla mano, questo dovrebbe portare a un aumento dell'età pensionabile di tre mesi. Servirebbero 67 anni e 3 mesi di età per ottenere la pensione di vecchiaia e 43 anni e 1 mese di contributi per quella anticipata (42 anni e 1 mese per le lavoratrici). Ma l'ultima parola spetta al governo Meloni, e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha già fatto sapere che l'esecutivo avrebbe intenzione di "bloccare" questo incremento.

Perché dal 2027 si dovrebbe andare in pensione tre mesi dopo

L'età della pensione è basata su quanto tempo ci si aspetta che una persona viva dopo aver raggiunto i 65 anni.I dati demografici pubblicati oggi dall'Istat hanno mostrato che la speranza di vita a 65 anni è salita a 21,2 anni, il dato più alto mai registrato. A seguito dell' aumento dell'aspettativa "ci sarà uno scatto ulteriore sull’età pensionabile", hanno commentato i ricercatori dell'Istituto in conferenza stampa.

Dunque, se ci si basasse solamente sull'aspettativa di vita, dal 2027 l'età pensionabile dovrebbe crescere di tre mesi. Questo significa che, da quell'anno, si potrebbe andare in pensione di vecchiaia a 67 anni e tre mesi di età, oppure in pensione di anzianità dopo aver versato 43 anni e un mese di contributi (42 anni e un mese per le donne).

Come si arriva all'aumento proprio di tre mesi? Rispetto al 2021-2022, nel biennio 2023-2024 l'aspettativa di vita a 65 anni è cresciuta di sette mesi. Però bisogna considerare che, a causa del Covid, negli anni precedenti c'era stato un calo di ben quattro mesi. Nel complesso, quindi, restano tre mesi ‘in più' di aspettativa di vita. E questi mesi dovranno essere spesi al lavoro, prima di poter andare in pensione.

La promessa del governo Meloni: niente aumenti

Fino a qui si è parlato dei dati, ma l'aumento dell'età pensionabile è un atto politico: tocca al ministero dell'Economia deciderlo, con un apposito decreto. In questo caso, dato che serve almeno un anno di anticipo, il governo dovrebbe muoversi con un decreto entro la fine del 2025.

Non c'è bisogno di dire che ritardare la pensione è una mossa tutt'altro che popolare. E infatti il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, come aveva già fatto a gennaio, ha detto che il governo Meloni non ha intenzione di farlo.

"Bloccheremo l’aumento nel 2027, lo sterilizzeremo. Confermo quanto detto da me e dal ministro Giorgetti nei mesi scorsi". Una mossa che andrebbe incontro anche alle richieste della Cgil, che si opponeva a un nuovo rialzo. La decisione, però, sarà ufficiale solo quando ci sarà un decreto del ministro dell'Economia che conferma che l'età pensionabile non cambierà.

"Ci aspettiamo che tale decreto arrivi nel più breve tempo possibile. Basta prese in giro da chi prometteva di cancellare la legge Fornero e ora latita", ha commentato la capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti. "Ci facciano capire come vogliono procedere. Altrimenti queste dichiarazioni appaiono solo un altro capitolo del congresso della Lega in corso", ha detto Arturo Scotto, del Pd. Franco Mari, di Alleanza Verdi-Sinistra,  ha concordato: "Il sottosegretario Durigon continua a non dirci in che modo il governo intenda evitare che i lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese lavorino addirittura oltre i 67 anni".

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