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Manovra 2024

Pensioni, per il 2024 Lega e FI dovranno rinunciare ancora a Quota 41 e assegno minimo a 1000 euro

Nessun superamento della legge Fornero nel 2024: Lega e Forza Italia dovranno rinunciare alle loro ‘bandierine’, Quota 41 e pensioni minime a 1000 euro.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sulle pensioni non ci sono soldi a sufficienza per accontentare le richieste di tutti i partiti. Meloni ha già fatto capire che Quota 41, un obiettivo su cui spinge la Lega, costerebbe troppo e non si farà. Non ci sarà quindi la misura che permetterebbe l'anticipo pensionistico per ritirarsi dal lavoro con 41 anni di contributi, a prescindere dal requisito dell'età.

Non ci sarà il tanto atteso superamento della legge Fornero, ma solo un rinnovo per un altro anno di Quota 103, la misura introdotta quest'anno che consente di uscire dal lavoro con un anticipo di 5 anni, e cioè a 62 anni, invece che a 67, e 41 anni di contribuzione, (requisiti che bisogna avere entro il 31 dicembre 2023). Secondo il sottosegretario Durigon Quota 103 è da considerarsi un primo step per arrivare a Quota 41.

Il costo della misura promessa dalla Lega al momento sarebbe improponibile. Secondo i primi calcoli dei tecnici la spesa stimata sarebbe di poco più di un miliardo nel 2024 e di 2,2 nel 2025, numeri basati però sul fatto che probabilmente solo il 50% della platea potenziale di chi raggiungerà 41 anni di contributi l'anno prossimo sceglierebbe l'opzione Quota 41. L'altra metà potrebbe rinunciare a causa della riduzione dell'assegno legata al calcolo integrale col contributivo. Ma la spesa prevista per la misura sarebbe comunque troppa alta per rientrare nella manovra del prossimo autunno.

È probabile quindi che venga mantenuto più o meno lo status quo, cioè appunto Quota 103, Opzione donna per le lavoratrici con 35 anni di contributi e un'età minima di 60 anni se non si hanno figli, e Ape sociale per i lavoratori disagiati. Un'ipotesi è che le ultime due misure previdenziali vengano accorpate in un'unica misura. E contemporaneamente i sindacati e una parte della maggioranza vorrebbero un ripristino di Opzione donna nella sua forma originaria, e cioè uscita anticipata a 58-59 anni di età con 35 di contributi per tutte le lavoratrici (il governo nel 2023 ha invece messo una serie di paletti restringendo l'accesso alla misura) in cambio di un assegno calcolato con il sistema contributivo e quindi meno cospicuo.

La presidente del Consiglio Meloni non si è sbilanciata, ma a proposito della manovra si è limitata a dire che "è presto per anticipare le misure. Ne stiamo ancora discutendo col ministro dell'Economia e con i ministri. Tra gli obiettivi comunque, sì, c'è sicuramente quello del taglio del cuneo fiscale".

Forza Italia d'altra parte spinge per un aumento delle pensioni minime, che non potranno raggiungere la soglia di 1000 euro, vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi: l'assegno comunque potrebbe essere superiore ai 600 euro mensili. Le ipotesi ballano tra 700 euro o almeno intorno ai 650-670 euro. A qualcosa comunque i diversi dicasteri dovranno rinunciare: per accontentare tutti servirebbero circa 40 miliardi, ma la manovra dovrebbe valere non più di 30 miliardi, anche se la maggior parte delle coperture è ancora da reperire. In ogni caso, avvisa il governo, bisognerà attendere la Nadef di fine settembre per avere un quadro completo.

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