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Pensioni, il nuovo piano del governo: lavoro part time fino a 67 anni per formare i giovani neoassunti

L’idea del governo Meloni sarebbe quella di un pensionamento part time negli ultimi anni: metà lavoro, metà assegno previdenziale, fino all’età di 67 anni. Nel frattempo l’azienda potrebbe assumere dei giovani under 35 con agevolazioni, per favorire il ricambio generazionale.
A cura di Luca Pons
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Il sistema pensionistico italiano è poco sostenibile, nel lungo termine. Lo hanno detto diversi studi e lo ha confermato il ministro Giorgetti quando ha detto che nessuna riforma importante del sistema previdenziale è possibile senza un aumento della natalità. Così, negli ultimi giorni si sarebbe fatta largo tra i vertici dell'esecutivo un'idea nuova: invece di puntare solo sugli anticipi pensionistici, come Quota 103, introdurre un sistema di pensione e lavoro part time negli ultimi anni di attività che favorisca anche l'assunzione di nuovi giovani.

L'ipotesi sarebbe quella di dimezzare l'orario di lavoro di un dipendente negli ultimi anni (da due a quattro) prima del pensionamento di vecchiaia. Allo stesso tempo, l'azienda che attua questo piano avrebbe delle agevolazioni per assumere degli under 35.

L'intenzione sarebbe di arrivare a un ricambio generazionale graduale: il pensionando continuerebbe a lavorare part time fino a 67 anni, ottenendo metà stipendio e metà pensione e continuando a versare i contributi, così da avere poi una pensione piena una volta lasciato il lavoro. E negli ultimi anni potrebbe anche affiancare i giovani assunti per coprire la sua assenza part time, in modo da garantire un passaggio di conoscenze.

La riduzione dell'orario potrebbe anche essere graduale, non iniziare subito con un dimezzamento ma arrivarci nel giro di qualche anno. Nel frattempo, il dipendente avrebbe sempre meno stipendio e sempre più pensione, e come detto continuerebbe a versare interamente i contributi per evitare che l'assegno finale, una volta raggiunti i 67 anni, sia più basso.

Non si tratta solo di un'indiscrezione, considerando che lo stesso ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha affermato: "Avevamo proposto una norma per consentire la staffetta generazionale, che permetta per due anni al pensionato di formare un giovane sotto i 35 anni, assunto con contratto a tempo indeterminato, e abbiamo dovuto rinunciare per mancanza di copertura finanziaria. Ma l’intenzione del ministero e delle ministero dell’Economia con cui la norma è condivisa è di riproporla ed inserirla nella manovra economica finanziaria". La misura potrebbe quindi partire già nel 2024, anche se non è ancora stato deciso se si applicherà a tutti o solo a certi tipi di aziende e dipendenti.

Resta anche da capire come saranno distribuiti i costi: l'impresa non dovrebbe spendere di più, nei piani del governo, passando da un lavoratore a tempo pieno a due lavoratori part time. Per questo scatterebbero le varie agevolazioni per la nuova assunzione (donne, giovani, Neet). Lo Stato invece si troverebbe a dover anticipare una parte della pensione, e allo stesso tempo pagare per le assunzioni agevolate.

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