Pensioni, il governo promette che l’età pensionabile non sale: quando si lascerà il lavoro nel 2027

Per quest'anno e il prossimo, è già noto quando si potrà andare in pensione. Ma dal 2027 le cose potrebbero cambiare. Come era emerso già mesi fa, e come l'Istat ha confermato da poche settimane, la speranza di vita in Italia è cresciuta. Perciò, la legge prevede che aumenti anche l'età pensionabile: tre mesi in più di lavoro, a partire dal gennaio 2027. Con il rischio di creare degli ‘esodati' tra chi, ad esempio, prende l'isopensione. Il governo Meloni però ha promesso che non sarà così: arriverà un decreto per "sterilizzare" l'aumento, anche se non si sa ancora quando.
Quando si può andare in pensione: i requisiti
Oggi la legge Fornero prevede che si possa lasciare il lavoro principalmente in due modi. Con la pensione di vecchiaia, a 67 anni e almeno 20 anni di contributi, oppure con la pensione di anzianità o pensione anticipata, una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi (mentre per le donne sono 41 anni e 10 mesi).
In più, però, c'è un meccanismo automatico per adeguare l'età pensionabile all'aspettativa di vita. In particolare si parla della speranza a 65 anni, cioè quanto si presume che una persona viva una volta raggiunta quell'età. Se l'aspettativa aumenta, bisogna lavorare più tempo prima di poter andare in pensione. Un modo per evitare che lo Stato debba erogare le pensioni per periodi sempre più lunghi man mano che la speranza di vita sale. C'è stato un aumento di tre mesi nel 2013, poi un mese nel 2016 e un altro nel 2019. Al contrario, però, se l'aspettativa di vita scende non è previsto che l'età pensionabile diminuisca.
Gli ultimi dati dell'Istat hanno confermato che la speranza di vita a 65 anni nel 2024 è arrivata a 21,1 anni, la più alta di sempre. Dopo un forte calo dovuto al Covid c'è quindi stato un nuovo aumento. Di conseguenza, dal 2027 bisognerebbe andare in pensione tre mesi dopo. La pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi, e la pensione anticipata con 43 anni e 1 mese di contributi (sempre un anno in meno per le donne).
Chi rischia di essere ‘esodato'
La cosa era emersa già negli scorsi mesi, creando polemiche. Uno dei problemi, infatti, è che ci sono lavoratori che usano regimi come l'isopensione: un percorso di ‘accompagnamento' verso la pensione, concordato in anticipo, che gli fa ricevere un assegno per un certo periodo fino a quando non potranno lasciare ufficialmente il lavoro; per loro, è l'Inps a stimare il momento in cui potranno andare in pensione.
E se, dopo la stima dell'Inps, i requisiti per la pensione aumentano? Nasce il rischio ‘esodati'. Anche l'Istituto lo ha confermato in un'audizione in Parlamento: "Si potrebbe verificare l’ipotesi dei beneficiari di isopensione" che, "per effetto dell’incremento dei requisiti legati all’aumento della speranza di vita", restino "senza trattamento di isopensione e senza pensione".
L'impegno del governo: niente aumento dell'età pensionabile
I sindacati hanno chiesto che il governo intervenga per bloccare l'aumento, e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha promesso di fare proprio questo. Lo ha confermato nell'audizione sul Dfp: "Vogliamo sterilizzare l'aumento di tre mesi sui 67 anni sulle pensioni di anzianità. Lo facciamo, per ora non c'è ancora il decreto per l'incremento che devo firmare io, quindi finché non firmo io, state tranquilli".
Quando arriverà questo decreto? Formalmente c'è tempo fino alla fine del 2025, quindi il governo non ha fretta. Anche perché, per decidere di mandare tutti i pensione tre mesi ‘prima' di quanto prevederebbe la legge, bisogna trovare i soldi necessari. Un'ipotesi sarebbe di arrivare al Consiglio dei ministri del Primo maggio con la norma completata, ma non c'è garanzia sui tempi.
Nelle audizioni di ieri, peraltro, anche la Corte dei Conti è intervenuta sul tema e ha portato una posizione diversa. Ha sottolineato che la spesa per le pensioni è aumentata anche perché, dal 2019, l'aumento dell'età pensionabile è stato congelato. E ha detto che "è cruciale" in questo momento "dare certezza alle regole del sistema previdenziale", a partire proprio da questo meccanismo. Una posizione che però il governo difficilmente ascolterà: troppo impopolare l'idea di alzare l'età per la pensione.