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Pensioni d’oro, Di Maio vuole tagliare assegni sopra i 4-5mila euro netti. Inps: “Sono 40mila”

Luigi Di Maio ha annunciato tagli per chi prende una pensione “sopra i 4-5 mila euro netti”. Nel mirino ci sarebbero quindi le pensioni d’oro, che secondo l’Inps in Italia ammontano a circa 40mila. Per il presidente Boeri, la soluzione sta invece nell’anticipare il metodo contributivo, legato a quanto effettivamente versato, a tutti coloro che si trovano sopra i 5 mila euro lordi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo l'Istituto di previdenza, se si ipotizza che 4mila euro netti possano equivalere a circa 7 mila euro lordi, le pensioni che in Italia si aggirano intorno a questa cifra sarebbero circa 40 mila. L'Istituto, al contrario del vicepremier Luigi Di Maio che ha annunciato una sforbiciata, (per poter finanziare anche la pensione di cittadinanza, portando le minime a 780 euro), ha fatto questo calcoli basandosi su cifre lorde: al primo gennaio 2018 sono 37 mila gli assegni sopra i 7 mila euro lordi. Cifre queste che si riferiscono sia alle pensioni di vecchiaia e anticipate, sia a quelle che si riferiscono ai superstiti e all'invalidità.

Ovviamente il rapporto tra assegno netto e lordo modifica sensibilmente la stima sulle cosiddette pensioni d'oro, e quindi le previsioni per un ricalcolo non possono che essere approssimative: i tagli agli assegni non sono naturalmente gli stessi se si parte da 5mila o da 4mila. Alzando l'asticella dell'importo lordo a 7.500 la platea scende a 26.450. Mentre il bacino su cui applicare i tagli si raddoppierebbe, con oltre 70mila assegni, se ci si fermasse ai 6mila euro lordi.

Secondo le stime già elaborate, sulla base delle rilevazioni contenute negli osservatori statistici, oggi in Italia ben 4,5 milioni di persone vivono con una pensione inferiore a 780 euro. Per l'Istat sono quasi mezzo milione (455mila) i "ritirati" (coloro, cioè, che percepiscono una pensione da lavoro) in povertà assoluta. Secondo i calcoli fatti dall'esperto in materia, Stefano Patriarca, i redditi pensionistici sopra i 5mila euro lordi riguardano non più di 30mila persone e l'intervento in termini di gettito vale 115 milioni l'anno. Per il presidente dell'Inps, Tito Boeri, la soluzione alternativa sarebbe quella del ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni sopra i 5 mila euro lordi: "Una platea di 200 mila persone", ha spiegato spiega, che permetterebbe di recuperare, "mettendoci dentro anche i vitalizi, quasi un miliardo""C'è una riforma delle pensioni sostenibile e sta nell'anticipare l'entrata in vigore del sistema contributivo", ha detto, puntando il dito contro la "lentezza" della riforma del 1996, che entra in vigore "soltanto dal 2032".

La proposta di Boeri non piace nemmeno all’ex Ministro del lavoro del Pd Cesare Damiano: "L’obiettivo di Boeri è quello di ricalcolare le pensioni, tutte, non solo quelle d’oro, con il metodo contributivo. Questo potrebbe voler dire mettere in discussione l’assegno pensionistico di 15 milioni di pensionati colpevoli di avere una pensione calcolata con il metodo retributivo. Non stiamo parlando dei ricchi, ma degli operai. Del resto, il Presidente dell’Inps, al momento del suo insediamento, aveva già sostenuto questa tesi con un esempio preciso: il taglio delle pensioni superiori ai 3.500 euro lordi mensili con il ricalcolo".

Qualsiasi sia l'ipotesi in ballo, Cgil, Cisl e Uil, sono critici: "le pensioni non si toccano". Intanto il Senato attende l'arrivo della proposta di legge per limare gli assegni d'oro. E giovedì l'ufficio di presidenza della Camera si riunirà sul taglio dei vitalizi.

Boeri spiega perché è utile reintrodurli

A proposito dei voucher, e del braccio di ferro tra Lega e M5S, Tito Boeri ha detto che possono essere "uno strumento giusto e molto importante. In Italia quando c'è un abuso di qualcosa, si tende a eliminarlo. Noi avevamo fatto delle proposte per evitare questi abusi e limitare l'uso dei voucher alle giuste fattispecie" anche perché oggi, spiega Boeri, "è uno strumento del quale riusciamo a gestire la transazione", perché "È tracciabile, possiamo assicurarci che vengano pagati i lavoratori e i contributi, perché chiediamo alle aziende il versamento della remunerazione prima che venga effettuato il lavoro".

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