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Pensioni, crollo nel 2011: meno 94 mila rispetto al 2010. Ecco l’effetto del blocco delle finestre

Sempre meno i lavoratori anziani che vanno in pensioni: il taglio di 94 mila pensioni è dovuto al blocco delle finestre previsto dalle manovre finanziarie. Le norme diventano più stringenti col decreto Salva-Italia: aumento dell’età pensionabile per uomini e donne e aumento delle quote.
A cura di Alessio Viscardi
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Pensioni, calo nel 2011

94 mila pensioni in meno rispetto al 2010, questa la stima fornita dall'Inps su quelle liquidate nel 2011. Più colpite le pensioni di vecchiaia e anzianità, ne sono state stanziate 224.856, un taglio drastico rispetto a una anno fa dovuto all'effetto delle cosiddette “finestre mobili”. Le pensioni di vecchiaia, erogate fin'ora a chi ha più di 65 anni se uomo, 60 anni se donna, vedranno modificate dalle manovre finanziarie le modalità di concessione: gli anziani dovranno aspettare un anno in più.

Le nuove regole sulla finestra mobile che prevedono oltre gli ulteriori 12 mesi di attesa, che diventano 18 per i lavoratori autonomi, maggiori restrizioni sui requisiti per l'elargizione delle pensioni di anzianità, con una quota di 96 anni tra età e contributi mentre fin'ora ne bastavano 95. Rimangono stabili i 40 anni di contributi necessari per poter andare in pensione.

Il sistema delle finestre ha permesso nel 2011 di uscire dal circuito lavorativo soltanto coloro che avevano maturato i requisiti nel 2010, mentre chi li ha raggiunti nell'ultimo anno vede rinviare tutto al 2012. I diagrammi forniti dall'Inps mostrano il blocco delle pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti a partire dal maggio 2011, da aprile ci sono stati pochissimi nuovi pensionati (poco più di 7 mila).

C'è stato un crollo del 48% delle pensioni di vecchiaia nei primi 11 mesi dell'ultimo anno, inoltre le regole della manovra correttiva che entreranno in vigore dal 2012 e che prevedono l'annullamento delle quote per l'anzianità, l'aumento dell'età pensionabile per le donne (in accordo alle disposizioni dell'Unione Europea) e la cancellazione del sistema delle finestre mobili, definite dal ministro Elsa Fornero un “inutile bizantinismo”.

Il taglio drastico delle pensioni riguarda lavoratori dipendenti, che da 191.666 unità erogate nel 2010 passano a sole 134.243 nel 2011, che i lavoratori autonomi – più colpiti per il calo delle pensioni di anzianità, con un alo del 13,8%, mentre per i dipendenti sono aumentate.

Il decreto Salva-Italia, come l'ha definito il presidente del Consiglio Mario Monti, non incontrano il totale favore del presidente dell'ente previdenziale, Antonio Mastrapaqua, per cui “la prima transizione era troppo lenta”. L'età media dei lavoratori che nel 2011 sono andati in pensione è stata 60,2 anni mentre nel 2010 era stata di 60,4 e 61,1 nel 2009. Il dato si spiega con la diminuzione del 39,4% delle pensioni si vecchiaia.

Secondo il presidente Mastrapasqua, negli altri paesi dell'Unione Europea l'età di uscita dal lavoro è più alta e i tassi di sostituzione sono molto più bassi, in Italia siamo all'80% rispetto all'ultima mensilità percepita mentre in paesi come la Germania il tasso è del 54%.

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