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Pensioni, cosa farà il governo Meloni per evitare il ritorno alla legge Fornero

Il governo Meloni riflette sulle misure per evitare il ritorno alla Fornero e lo scalone a 67 anni per andare in pensione. Non ci sarà una vera riforma, ma diverse possibilità per lasciare il lavoro in anticipo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Mancano due mesi alla fine dell'anno e per i lavoratori più avanti con l'età si riaffaccia l'incubo della legge Fornero. La riforma delle pensioni probabilmente non si farà: troppi pochi i soldi in manovra – se consideriamo che la maggior parte dei fondi a disposizione verrà investito sul contrasto al caro energia, come annunciato da Meloni – troppo poco il tempo per rendere l'intervento strutturale. Ci saranno però degli scivoli, come già accaduto gli anni scorsi, che possano – almeno temporaneamente – evitare lo scalone a 67 anni per andare in pensione. L'incubo di lavoratori, sindacati e governo, che sa bene di aver promesso Quote di vario genere e numero e di dover mantenere qualcosa.

Ieri la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha incontrato i sindacati. Uno dei temi trattati, ovviamente, è stato proprio il nodo pensioni: "Si lavora per riconfermare alcuni interventi e valutare come introdurre altre forme flessibilità uscita pensionistica – ha detto – Non dico che verrà prorogata Quota 102, ma siamo in una fase in cui stiamo studiando gli strumenti e credo che il numero 41 possa essere un punto di riferimento".

Calderone, che sta lavorando in tandem con il sottosegretario Durigon – noto per essere il "papà di Quota 100", oltre che l'uomo che voleva intitolare al fratello del Duce il parco di Latina – parte da un presupposto chiaro: non ci sarà una vera e propria riforma, ma verrà data la possibilità – con più scivoli – di andare in pensione prima dei 67 anni.

La legge Fornero resta in vigore, ma le opportunità per aggirarla – come accade già da anni – ci saranno ancora. Sarà confermata quasi certamente Opzione Donna, così come l'Ape social. Quota 102, pensata dal governo Draghi, andrà probabilmente in scadenza per essere sostituita da Quota 41. Si va in pensione con 41 anni di contributi versati, a prescindere dall'età anagrafica. Questo dovrebbe essere il senso, anche se – per renderla sostenibile – alla fine potrebbe essere inserito un tetto minimo di età, che dovrebbe cadere tra i 61 e i 62 anni.

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