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Pensioni, come riscattare 5 anni con la pace contributiva Inps: i requisiti e come fare domanda

Torna la pace contributiva, lo strumento che dà ai lavoratori la possibilità di aggiungere fino a 5 anni alla propria carriera contributiva per aumentare l’assegno della pensione, tramite il riscatto di periodi non coperti da contribuzione, senza interessi. Ecco le istruzioni dell’Inps su come funziona, come fare domanda e i requisiti per ottenerla. C’è tempo fino al 31 dicembre 2025.
A cura di Annalisa Cangemi
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Torna la pace contributiva, lo strumento introdotto dalla legge di Bilancio per il biennio 2024-2025, in vigore dal 1 gennaio. La misura offre ai lavoratori la possibilità di aggiungere fino a 5 anni alla propria carriera contributiva tramite il riscatto di periodi non coperti da contribuzione. In pratica la misura permette di riscattare, senza interessi, i buchi dei mancati versamenti pensionistici accumulati durante la vita lavorativa.

L'istituto della pace contributiva, recepito dall'INPS con la circolare n. 69 del 2024, è rivolto ai "contributivi puri", ovvero a coloro che non hanno contributi precedenti al 1 gennaio 1996, che hanno quindi l'assegno pensionistico calcolato in base a quanto versato. È uno strumento particolarmente utile per chi desidera aumentare il numero di anni di contribuzione, tenendo conto della possibilità di aggiungere ulteriori 5 anni per chi ha già fruito della misura sperimentale attiva nel triennio 2019/2021. Con la precedente sperimentazione furono 13.553 le domande presentate nell'arco di un triennio.

Chi può accedere alla pace contributiva 2024: i requisiti

La misura in vigore si rivolge a tutti i contribuenti iscritti all'Assicurazione generale obbligatoria (Ago), alle sue forme sostitutive ed esclusive, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, commercianti e artigiani, nonché agli iscritti alla Gestione separata. È essenziale che i periodi da riscattare non siano già coperti da contribuzione non solo nella cassa specifica, ma anche in altri fondi previdenziali. Possono presentare domanda anche gli eredi o i parenti (entro il secondo grado) del lavoratore, oppure, ma solo nelle gestioni private, i datori di lavoro, destinando, a tal fine, i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso.

Come funziona e quali sono i periodi che si possono riscattare

Ieri l'Inps ha annunciato l'avvio della misura, che si potrà richiedere fino al 31 dicembre 2025. Il periodo non coperto da contribuzione può essere ammesso a riscatto nella misura massima di 5 anni, anche non continuativi, e deve collocarsi in epoca successiva al 31 dicembre 1995 e precedente al P1 gennaio 2024, data di entrata in vigore della legge n. 213 del 2023 (Legge di Bilancio).

È importante sottolineare che possono essere riscattati solo i periodi scoperti da contribuzione obbligatoria che si trovano tra due periodi di lavoro. Non è quindi possibile utilizzare la pace contributiva per i periodi precedenti alla prima occupazione. Il vantaggio è che i periodi riscattati, che possono essere anche non continuativi ma comunque non superiori a 5 anni, vengono considerati sia ai fini dell'acquisizione del diritto alla pensione, sia per il calcolo dell'assegno pensionistico.

Ai fini della scelta dei periodi va considerato che la possibilità di riscatto non può essere esercitata per recuperare periodi di svolgimento di attività lavorativa soggetti ad obbligo di versamento contributivo. Tale preclusione vale anche nei casi in cui l'obbligo contributivo sia già prescritto. In tali casi il lavoratore può recuperare i periodi di lavoro attivando altri istituti già previsti dalla vigente normativa nelle singole gestioni previdenziali, come la regolarizzazione contributiva o, nei casi in cui sia intervenuta la prescrizione dei contributi, la costituzione di rendita vitalizia ai sensi dell'art. 13 della legge n. 1338 del 1962.

Come fare domanda

Per poter usufruire della misura è necessario presentare la domanda entro il 31 dicembre 2025, soltanto online in queste modalità:

portale web dell’INPS, tramite la pagina "Portale dei servizi per la gestione della posizione assicurativa", selezionando poi “Riscatti”;Contact center multicanale, chiamando da telefono fisso il numero verde gratuito 803 164 o da telefono cellulare il numero 06 164164, a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico;patronati e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi;nel caso di presentazione della domanda da parte del datore di lavoro, le domande devono essere presentate utilizzando il modulo "AP135".

Come calcolare la quota del riscatto

Per calcolare l'onere del riscatto, la legge di Bilancio specifica che la somma va determinata in base al metodo di calcolo "a percentuale", previsto per il sistema contributivo e applicando le aliquote contributive di finanziamento per l’invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS) vigenti nella gestione assicurativa presso la quale si presenta la domanda, sull’imponibile degli ultimi 12 mesi precedenti la data della domanda.

Rispetto alla pace contributiva in vigore nel biennio 2019-2021, la differenza è che per la misura del 2024 non sarà possibile la detrazione al 50% della spesa sostenuta. Pertanto, per le domande di riscatto presentate dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, il contributo versato è fiscalmente deducibile dal reddito complessivo.

Come si pagano le rate

Riguardo al versamento del dovuto, sono due le possibilità di versamento: in un'unica soluzione oppure fino a un massimo di 120 rate mensili, "ciascuna – spiega l'Inps – di importo non inferiore a 30 euro, senza l'applicazione di interessi". L'istituto precisa inoltre che la rateizzazione "non può essere concessa se i contributi da riscatto devono essere utilizzati per la immediata liquidazione di una pensione diretta o indiretta, o nel caso in cui gli stessi siano determinanti per l’accoglimento di una domanda di autorizzazione ai versamenti volontari; qualora ciò avvenga nel corso della dilazione già concessa, la somma ancora dovuta dovrà essere versata in unica soluzione".

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