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Pensioni, Bombardieri a Fanpage.it: “D’accordo su Quota 41, ma serve riforma per lavori usuranti”

“Bene l’apertura di Meloni a incontrarci – spiega il segretario generale della Uil a Fanpage.it – ma ora ci aspettiamo fatti”. Sulle pensioni chiede flessibilità in uscita e promuove Quota 41. E garantisce: “Difenderemo il reddito di cittadinanza”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, aspetta la chiamata del nuovo governo. O meglio, del nuovo – o della nuova, più probabilmente – presidente del Consiglio. Nella settimana che porta al congresso del sindacato, che sarà fondamentale per "l'esercizio democratico" e per "disegnare il Paese del domani", Bombardieri spiega in un'intervista a Fanpage.it cosa si aspetta dal nuovo esecutivo e soprattutto quali sono le emergenze vere del Paese. Quelle davanti a cui lavoratori e lavoratrici non possono più aspettare.

Il presidente di Confindustria Bonomi ha bocciato i prepensionamenti, dicendo che "non ce li possiamo permettere" in questo momento. Cosa risponde?

I prepensionamenti sono uno strumento utilizzato spessissimo per affrontare le crisi aziendali. Perciò Bonomi queste cose dovrebbe dirle alle aziende. Il tema della previdenza e del welfare va affrontato più in generale. Sulle pensioni presenteremo al nuovo governo la richiesta di flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età, che tenga conto dei lavori usuranti e dei tantissimi incidenti mortali sul lavoro. Perché va ribadito che non tutti i lavori sono uguali.

La Lega è tornata a spingere per il superamento della Fornero con Quota 41, su questo siete abbastanza d'accordo…

Tra le nostre proposte c'era anche la richiesta di far andare in pensione chi aveva 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica, nei documenti unitari firmati da Cgil, Cisl e Uil e consegnati a partiti e governi.

Meloni ha già promesso un dialogo con le parti sociali, ma anche Draghi vi chiamava spesso per dei confronti. Eppure non eravate molto contenti, no?

Perché era più che altro un'informativa… (sorride, ndr). Ovviamente ancora non si è sentito nessuno dal centrodestra, l'apertura però mi sembra importante. Ora aspettiamo che alle parole facciano seguito i fatti. Abbiamo sempre chiesto il confronto e quello che in Europa viene chiamato dialogo sociale. Ma il confronto deve essere preventivo, prima che le scelte vengano assunte. Ora aspettiamo un confronto con il nuovo governo, con il presidente incaricato. Ricordo infatti che Draghi ci chiamò prima di formare il governo.

Se allarghiamo un attimo il campo, però, vediamo che l'emergenza è ormai totale. Le famiglie e le imprese sono sull'orlo del baratro per via del costo dell'energia e del caro vita. Come se ne esce?

Le risorse che fino a ora sono state messe in campo per lavoratori dipendenti e pensionati non sono sufficienti. Continuiamo a chiedere che la tassa sugli extraprofitti venga applicata non solo al settore dell'energia, ma anche a quelle aziende e multinazionali che hanno registrato grandi utili anche durante la pandemia di Covid. È uno strumento che può generare ulteriori risorse da investire negli aiuti alle famiglie. Poi serve anche un controllo del prezzo del gas a livello europeo e a livello italiano. Infine chiederemo al prossimo governo, come abbiamo fatto con quello ancora in carica, che le risorse vengano messe sull'abbattimento del cuneo fiscale per aumentare il netto in busta paga. Se non facciamo in modo che lavoratori e lavoratrici recuperino il potere d'acquisto la recessione è dietro l'angolo.

A proposito di fisco, qui si parla tanto di flat tax. Nel centrodestra c'è chi la propone in un modo, chi in un altro. Lei che ne pensa?

Noi restiamo fedeli all'impostazione costituzionale, che parla di progressività del fisco. Bisogna però riconoscere chi ha pagato le tasse e ha fatto il proprio dovere, senza premiare invece chi le tasse non le ha pagate. C'è un problema di legalità in questo Paese. Serve una battaglia senza esclusione di colpi contro l'evasione fiscale, che vale cento miliardi. Questo per noi è il nodo vero da sciogliere.

Tra le proposte del centrodestra c'è anche l'abolizione del reddito di cittadinanza, lo difenderete ancora?

Noi continuiamo a difenderlo, ma non così com'è. Abbiamo sempre criticato il collegamento tra lo strumento e le politiche attive del lavoro. Nella rete sociale europea di welfare, però, il reddito di cittadinanza è uno strumento riconosciuto per aiutare chi resta indietro. Perciò bisogna mantenere assolutamente in piedi un sistema di reddito minimo. Deve esistere uno Stato sociale e quel sistema di welfare va mantenuto. Va però fatto un intervento profondo per collegare il mondo del lavoro alla formazione e riqualificazione professionale.

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