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Pensioni, arriva l’aumento una tantum dell’assegno a fine 2023: perché e qual è l’importo

Il governo anticipa il conguaglio della pensione, dovuto alla rivalutazione sulla base dell’inflazione. I pensionati si troveranno un aumento nei prossimi mesi: gli importi si possono già stimare, dato che è pari allo 0,8% della propria pensione, per tutte le mensilità ricevute nel 2023.
A cura di Luca Pons
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A novembre o dicembre 2023 i pensionati italiani riceveranno un aumento inatteso: il conguaglio dovuto alla rivalutazione degli assegni in base all'inflazione. È una somma che viene sempre erogata, ma solitamente a gennaio dell'anno successivo, in questo caso gennaio 2024. Invece il governo Meloni, come anche il governo Draghi lo scorso anno, ha deciso di anticipare i tempi: insieme all'approvazione della Nadef chiederà al Parlamento di poter utilizzare 3,2 miliardi di euro già quest'anno, sia per pagare il conguaglio a chi è in pensione, sia per mettere da parte dei fondi per il rinnovo dei contratti pubblici, sia infine per stanziare più risorse destinate alla "gestione dei flussi migratori", con misure ancora da chiarire.

Il conguaglio per i pensionati, come detto, è legato all'inflazione. Ogni anno si fa una stima dell'inflazione dell'anno precedente, e sulla base di questa si aumentano gli assegni delle pensioni. Nel 2023, gli assegni previdenziali sono saliti del 7,3% perché questa era l'inflazione stimata per il 2022. Ma i successivi calcoli dell'Istat, più accurati, hanno mostrato che invece l'inflazione era stata del'8,1%. Una differenza dello 0,8%, che ora va saldata pagando gli arretrati a tutti i pensionati e le pensionate.

Cosa significa concretamente? Che con un decreto, nelle prossime settimane, il governo Meloni anticiperà il versamento del conguaglio dovuto ai pensionati, o nell'assegno di novembre o in quello di dicembre. L'importo sarà pari allo 0,8% della propria pensione, e saranno gli arretrati per tutti i mesi del 2023 (dieci mensilità se il conguaglio arriva a novembre, undici se arriva a dicembre).

All'incirca, si può stimare che per chi ricevere la pensione minima sarà un versamento una tantum da 50 euro, mentre per chi prende quattro volte il minimo (circa 2.100 euro lordi) il conguaglio sarà da 200 euro. Poi si andrà a scalare, dato che quest'anno la rivalutazione in base all'inflazione è stata più ridotta per chi riceveva gli assegni più alti.

Questo assegno leggermente più alto sarà poi la base su cui si calcolerà la nuova rivalutazione per il 2024. Al momento, la stima è che nel 2023 l'inflazione sia stata circa del 5,6%, anche se mancano ancora alcuni mesi. Quindi, nel 2024 le pensioni saliranno nuovamente in questa percentuale. Anche quest'anno, è probabile che chi prende un importo più alto – ad esempio dieci volte il minimo, circa 5.200 euro lordi al mese – non avrà l'intera rivalutazione, ma solo una parte, per far risparmiare lo Stato.

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