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Pensioni anticipate, torna ipotesi Quota 41 nel 2025 su proposta della Lega: cosa vuole fare il governo

Nei prossimi mesi il governo Meloni lavorerà sulla legge di bilancio, con pochi soldi a disposizione. Matteo Salvini ha promesso di intervenire sulle pensioni “per agevolare chi non ce la fa più”: la promessa storica della Lega è quella di Quota 41, cioè lasciare il lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
A cura di Luca Pons
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Si avvicina il momento in cui il governo Meloni dovrà stendere la legge di bilancio per il 2025. Si parlerà anche di pensioni, e la Lega ha già rivendicato che vuole intervenire con una nuova riforma. I soldi sono pochi, ma è noto quale sia la promessa del Carroccio da anni: raggiungere Quota 41, ovvero la pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica. Una modalità che per esser messa in pratica richiederebbe molte risorse, e che dovrebbe essere studiata nei minimi dettagli. Per il momento però si parla solamente di ipotesi.

Il centrodestra alle ultime elezioni politiche aveva promesso di aumentare la "flessibilità" dei pensionamenti, e in particolare la Lega diceva di voler "superare la legge Fornero". Negli ultimi due anni, invece, la riforma Fornero è stata semplicemente affiancata da varie forme di pensionamento anticipato – come fatto anche dai governi precedenti -, e non sempre a condizioni vantaggiose. Ora però si riaccendono le trattative, e infatti nei giorni scorsi Matteo Salvini ha detto che si sta lavorando sulle pensioni "per agevolare chi non ce la fa più e ha la schiena rotta al ritorno alla vita familiare".

Anche se il vicepresidente del Consiglio e segretario della Lega non ha parlato esplicitamente di Quota 41, non è un segreto che il partito punti su questa riforma da tempo. Pochi mesi fa, a inizio maggio, il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon aveva detto esplicitamente che c'era l'obiettivo di inserirla nella prossima legge di bilancio.

Come si può immaginare, una riforma per anticipare semplicemente il momento del pensionamento per milioni di persone avrebbe un costo molto elevato. Dunque, nelle ipotesi della Lega la ‘nuova' Quota 41 dovrebbe avere una caratteristica molto importante: il ricalcolo dell'assegno sulla base del sistema contributivo. Ovvero il sistema in vigore dal 1996 che calcola la pensione non sulla base degli ultimi stipendi ottenuti (il cosiddetto sistema retributivo), ma sulla totalità dei contributi versati nel corso della propria carriera.

Insomma, la sostanza è che per accedere a Quota 41 bisognerebbe accontentarsi di un assegno più basso, come ipotizzato già all'inizio dell'anno. Anche chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, e quindi avrebbe diritto a un assegno calcolato con un metodo misto (quello retributivo, più generoso, per gli anni fino al 1996, e quello contributivo per gli anni successivi) otterrebbe invece un importo calcolato tutto con il contributivo.

Questa, a meno di sorprese, è la proposta che la Lega potrebbe portare avanti con le altre forze di maggioranza. A maggio il senatore del Carroccio Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze, aveva detto anche di aver lavorato a una riforma che "risolve il problema delle pensioni e supera la legge Fornero", pronta a partire "già dal prossimo anno", e aveva detto che i dettagli sarebbero stati resi pubblici "in estate". Per il momento non sono arrivate novità da questo punto di vista, anche se le parole di Salvini potrebbero essere viste come un'anticipazione.

Resta comunque il punto delle risorse. Entro il 20 settembre l'Italia, che è nel mezzo di una procedura d'infrazione da parte dell'Ue per il suo deficit troppo alto, dovrà presentare un Piano strutturale di bilancio che chiarisca le intenzioni per i prossimi anni. Nella legge di bilancio per il 2025, poi, dovrà trovare molti fondi anche solo per confermare il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell'Irpef, entrambi in vigore solo per quest'anno. Resta da vedere, quindi, se e come ci sarà anche la volontà di finanziare una nuova riforma delle pensioni.

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