Pensioni anticipate, è scontro nel Governo: “Non possono valere solo per statali”
La prima a storcere il naso era stata Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione: "La staffetta generazionale nella Pubblica Amministrazione proposta dalla Madia? No, perché un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani". A tali critiche poi si sono aggiunte altre voci, anche all'interno dello stesso Partito Democratico, a cominciare da Stefano Fassina: "Non si possono rivedere le regole per anticipare la pensione a dirigenti pubblici che hanno stipendi elevati, per una questione di equità va assicurato lo stesso trattamento anche ai dipendenti privati". E più o meno sullo stesso tenore si erano mossi anche Damiano e Poletti, rispettivamente ex ministro del Lavoro e titolare della poltrona, parlando della necessità di un "coordinamento interno" e di una "proposta organica sul tema", mostrando perplessità su interventi sporadici e sui quali trovare coperture adeguate si annuncia operazione molto complessa. Del resto, come riporta Il Mattino sulla questione dei pensionamenti anticipati avevano già "sbattuto" i Governi precedenti: "L’ex ministro del lavoro Enrico Giovannini aveva ipotizzato una norma di «manutenzione» della legge Fornero con l’introduzione del cosiddetto «prestito pensionistico». In pratica si sarebbe consentito a tutti i dipendenti di lasciare il lavoro in anticipo, ma scaricando il costo in parte sulle imprese, in parte sullo Stato e in parte sul lavoratore stesso, con una riduzione della pensione tra il 10 e il 15 per cento. Anche il prgetto di legge firmato da Damiano e dall’attuale sottosegretario dell’Economia, Pierpaolo Baretta, che giace in commissione lavoro prevede la possibilità di lasciare, per tutti, il lavoro a 62 anni con almeno 35 di contributi. Ed anche in questo caso è prevista una penalizzazione dell’8 percento sulla pensione percepita".
L'idea della Madia, che sarà presentata probabilmente nelle prime settimane di maggio, si fonda invece sul convincimento della necessità di "favorire l'ingresso dei giovani nella pubblica amministrazione", nell'ottica di un processo di "riduzione non traumatica" dei dipendenti vicini al pensionamento e soprattutto del risparmio per quel che concerne le figure dirigenziali. Questione complessa, anche in relazione alla prevedibile opposizione dei sindacati. E la stessa Elsa Fornero avverte sulla necessità di non "favorire i dipendenti pubblici rispetto ai privati".