Pensioni 2024, novità in arrivo per dipendenti pubblici: il governo Meloni vuole cambiare la manovra
Il governo Meloni sta studiando un modo per uscire dalla situazione complicata che si è creata sulle pensioni dei dipendenti pubblici. Per quattro ampie categorie, chi andrà in pensione nei prossimi anni avrà un assegno più basso che se avesse lasciato il lavoro quest'anno: si parla di dipendenti degli enti locali, insegnanti alle scuole materne ed elementari, ufficiali giudiziari e medici, che hanno annunciato uno sciopero il 5 dicembre. Almeno, questo è quanto ha previsto la legge di bilancio del governo, che porterà un risparmio da oltre 21 miliardi di euro nei prossimi vent'anni. Ma le proteste sono esplose tra i diretti interessati. La soluzione potrebbe essere di ridurre l'assegno solo a chi sceglie la pensione anticipata, e tutelare invece chi matura quella di vecchiaia.
Perché i dipendenti pubblici hanno subito un taglio della pensione
Il taglio avverrà a partire dall'anno prossimo (quando gli interessati sarebbero circa 30mila, su un totale di 700mila fino al 2043) perché cambierà il modo per calcolare la pensione. Gli anni lavorati dal 1981 al 1995, infatti, varranno meno. Fino a quest'anno per quel periodo l'importo pensionistico si calcolava applicando una vecchia tabella, risalente al 1965. Il governo Meloni ha deciso di ridurre i numeri, portandoli in linea con quelli degli altri dipendenti statali. Ma l'ha fatto retroattivamente, cioè colpendo chi in quegli anni aveva lavorato e aveva già maturato, in teoria, una certa pensione.
Così le categorie coinvolte sono insorte, dato che secondo i calcoli alcuni perderebbero fino al 25% della propria pensione con questo nuovo calcolo. In particolare, tra i medici c'è il rischio che molti lascino il lavoro nel pubblico in anticipo, prima della fine dell'anno, per evitare di andare in pensione nel 2024 e prendere un assegno più basso. Questo renderebbe ancora più complicata la situazione del sistema sanitario pubblico, già in carenza di personale. Così, da alcune settimane il governo sta studiando una modifica.
Cosa vuole fare il governo Meloni
Le opzioni non sono molte. Non è pensabile, per l'esecutivo, cancellare del tutto la norma. Eliminare un provvedimento che fa risparmiare così tanto allo Stato non darebbe un bel messaggio, né all'Europa (domani è atteso il parere della Commissione Ue sulla manovra) né ai mercati. La Lega di Matteo Salvini avrebbe chiesto di far slittare di qualche anno il taglio, in modo da rimandare di fatto il problema e permettere nel frattempo a più persone di andare in pensione con il vecchio metodo. Forza Italia e Fratelli d'Italia, invece, sarebbero dell'idea di ‘salvare' solo i medici dalla riduzione delle pensioni, lasciando la riforma uguale per le altre categorie.
Un'ipotesi che invece si sarebbe concretizzata negli ultimi giorni è quella di creare una nuova distinzione: l'assegno sarà più basso solo per chi approfitta della pensione anticipata, con 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini, mentre sono 41 anni e 10 mesi per le donne). Al contrario, chi va in pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi) manterrà la pensione più alta.
È solo una delle possibilità, ma permetterebbe di lasciare una scelta agli interessati, e darebbe un incentivo a restare al lavoro ancora per qualche anno. Nei prossimi giorni, e probabilmente prima dello sciopero dei medici del 5 dicembre, il governo farà sapere cosa ha deciso. La manovra va comunque approvata definitivamente entro il 31 dicembre.