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Pensione a 62 anni con “quota 100”: come funziona la proposta di Matteo Salvini

Il vicepremier Matteo Salvini ha lanciato una proposta che prevede l’introduzione della cosiddetta “quota 100” con età minima pensionabile pari a 62 anni, due in meno rispetto ai 64 anni minimi prospettati dall’iniziale proposta della maggioranza di governo. Dal 2019, i cittadini potrebbero andare in pensione al compimento dei 62 anni a patto che abbiano almeno 38 anni di contributi versati.
A cura di Charlotte Matteini
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Con l'avvicinarsi della legge di bilancio, il governo sta studiando una riforma delle pensioni che permetta di abbassare l'età pensionabile e di superare l'attuale legge Fornero. Pochi giorni fa, il vicepremier Matteo Salvini ha lanciato una proposta che prevede l'introduzione della cosiddetta "quota 100" con età minima pensionabile pari a 62 anni, due in meno rispetto ai 64 anni minimi prospettati dall'iniziale proposta della maggioranza di governo. Ma come funzionerebbe questa quota 100 che Salvini vorrebbe implementare?

In sostanza, stando all'annuncio del vicepremier, dal 2019 le persone potranno andare in pensione a partire dai 62 anni a patto che la somma degli anni di contribuzione unita all'età minima prevista raggiunga la somma 100 (62+38). La "quota 100", stando alle intenzioni del governo, dovrebbe essere inserita nella legge di bilancio che il parlamento dovrà approvare entro il 31 dicembre per entrare in vigore nel 2019. Inizialmente, però, l'esecutivo prevedeva una serie di paletti – ad esempio la restrizione della platea a specifiche categorie di lavoratori – per abbassare il costo della riforma e l'impatto sui conti pubblici, ma il ministro Salvini punta invece a rendere la "quota 100" universale in tempi molto stretti, ovvero entro il 2021.

In pratica, la legge di bilancio per il 2019 consentirà solo a chi ha già compiuto 62 anni di andare in pensione con almeno 38 anni di contribuzione, ma dal 2021, nelle intenzioni di Salvini, sarà possibile andare in pensione con la "quota 100" pura, ovvero sarà sufficiente che la somma di età e contribuzione faccia 100, senza porre un'età pensionabile minima. In questo modo, si potrà andare in pensione, ad esempio, anche a 58 anni con 42 anni di contributi versati. Al vaglio dell'esecutivo rimane comunque la proposta della "quota 100" con età minima pensionabile posta a 64 anni, ovvero la possibilità di andare in pensione al compimento del sessantaquattresimo anno di età a patto che il contribuente abbia un congruo numero di anni contributivi tale da raggiungere somma 100.

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