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Pd trova intesa per capogruppo donna alla Camera, Delrio annuncia: “Mi faccio da parte”

La richiesta del segretario Enrico Letta è stata accolta alla Camera, mentre dovrà essere discussa al Senato: il Pd voterà per avere una nuova capogruppo a Montecitorio e sarà una donna, come assicurato dopo il passo indietro di Graziano Delrio. A Palazzo Madama, invece, Andrea Marcucci non rinuncia per ora all’incarico: “No imposizioni strumentali”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Alla Camera l’intesa c’è, al Senato ancora no. La questione è quella dei nuovi capigruppo del Pd. Anzi, delle nuove capigruppo, come chiesto dal neo-segretario Enrico Letta. L’assemblea dei deputati ha avuto esito positivo e l’attuale capogruppo dell’Aula di Montecitorio, Graziano Delrio, ha annunciato il suo passo indietro, rinunciando all’incarico dopo la richiesta di Letta. Delrio su Twitter annuncia: “La sfida di Enrico Letta e del Pd per la parità di genere è la mia sfida. Per questo mi faccio da parte per una soluzione che porti una donna alla guida dei deputati del Pd. Decideremo insieme per il bene di una grande comunità politica”.

Letta ad assemblea Camera, deputati Pd voteranno capogruppo

Lo stesso Letta aveva apprezzato lo spirito del capogruppo, ringraziandolo per la sua disponibilità: “Bene coi deputati Pd e un grande grazie a Graziano Delrio per il suo gesto di disponibilità. Grazie per aiutare me e il gruppo a trovare la soluzione. In un partito come il nostro la comunità viene avanti rispetto ai singoli. Nei prossimi giorni il voto su una donna capogruppo”. Il voto non arriverà oggi, ma ci vorrà qualche giorno. L’invito del segretario è quello di avviare una consultazione interna per scegliere i profili da mettere al voto. Perché, questa l’opinione di Letta, anche una sana competizione e una votazione fanno bene al partito, al di là delle divisioni. In assemblea Letta ha sottolineato l’importanza di un Pd che rispecchi la sua vocazione europeista: “Se condividiamo questa ambizione di giocare una simile partita in Europa non possiamo accettare di avere tutti uomini ai nostri vertici”.

Senato, la lettera di Marcucci: no imposizioni

Ma se alla Camera la partita sembra in discesa, stesso discorso non vale per il Senato, dove il capogruppo Andrea Marcucci non sembra intenzionato, almeno per il momento, a un passo indietro. Marcucci ha inviato una lettera al segretario chiedendo di lasciare maggiore autonomia decisionale al gruppo di Palazzo Madama: “Si dice che chi ha il compito di prendere delle decisioni si senta spesso solo. Io devo essere un uomo particolarmente fortunato, perché in questi tre anni ne ho prese tante ma non mi sono mai sentito solo, non l'ho mai fatto da solo. E anche questa scelta, che tu ci chiedi, la faremo come le altre, tutti insieme, rivendicando la nostra autonomia, rispettando le regole ed accogliendo tutti i consigli ma rigettando anche le imposizioni strumentali. Voglio dire, caro segretario, che in questo gruppo parlamentare crediamo che la questione dell'alternanza di genere sia fondamentale per il nostro partito. Crediamo anche che oltre gli atti simbolici, che pur a volte sono necessari, serva allargare il campo alle prossime elezioni amministrative, si vota in 8 importanti città, ai tanti luoghi dove un Pd declinato troppo al maschile, esercita funzioni di governo, e non ultimo nella cariche apicali del partito, dove per troppi anni le donne non sono state protagoniste”.

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