Pd, Schlein sceglie la sua squadra: verso due nuove capogruppo alla Camera e al Senato: il totonomi
L'elezione di Elly Schlein alla guida del Partito Democratico, dopo il passaggio di consegne con il segretario uscente Enrico Letta, potrebbe portare a un cambio di alcuni ruoli chiave: a ballare sono soprattutto le poltrone delle due capogruppo, Simona Malpezzi al Senato e Debora Serracchiani alla Camera, che appoggiavano il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Anche perché la parola d'ordine dell'azione politica di Elly Schlein dovrà essere una: discontinuità. Poi ci sarà da scegliere il ruolo di vice in segreteria e la presidenza dell'assemblea.
Secondo fonti vicine alla segreteria dem una decisione sulla squadra della neo segretaria non arriverà prima dell'assemblea nazionale del Partito Democratico del 12 marzo. Ma nei corridoi di Montecitorio il totonomi sarebbe già partito. "Lo sforzo è lavorare per la massima unità – ha assicurato ieri al Nazareno Schlein – Mentre teniamo insieme questa storia teniamo insieme anche le culture che hanno forgiato questo partito". Ma se è vero che la strategia annunciata da Schlein è quella di mantenere l'unità per evitare una scissione nel partito, e una rottura tra l'ala più riformista e quella più radicale, da lei rappresentata, è possibile che la nuova leader dem deciderà di lasciare al suo ex sfidante la presidenza di uno dei due gruppi.
Ed è probabile che sia proprio quella della presidenza della Camera la casella che verrà assegnata alla mozione Bonaccini, visto che proprio a Montecitorio siede la stessa neo segretaria, eletta deputata a settembre, che in questo modo potrebbe gestire da vicino il gruppo.
Il totonomi: chi sono i papabili per la squadra di Schlein
Per la Camera, il nome che viene fatto, secondo Agi, è quello di Simona Bonafè, deputata, già europarlamentare e segretaria regionale della Toscana. A remare contro, tuttavia, è la fama di "renziana dura e pura" ai tempi in cui il leader di Italia Viva era segretario del Pd.
Bassissime invece le possibilità che la capogruppo in carica, Debora Serracchiani, possa rimanere al suo posto, perché questo potrebbe essere letto come uno sgarbo da parte della capogruppo del Senato, Simona Malpezzi che dovrebbe lasciare il posto a Francesco Boccia, che è stato il coordinatore della campagna elettorale di Schlein.
Per la Camera, se Schlein decidesse di indicare come capogruppo un suo fedelissimo, in pole position ci sono le deputate Chiara Braga e Chiara Gribaudo, rispettivamente responsabile nazionale delle iniziative politiche della mozione e coordinatrice nazionale dei comitati per Elly Schlein, oppure la deputata Michela Di Biase, moglie di Dario Franceschini.
Per la poltrona di vice dovrebbe essere scelto invece il toscano Marco Furfaro, 42 anni, che è stato portavoce della mozione. Ma per la squadra di Schlein ci sarebbero in lizza i nomi di altri giovani, come quello di Marco Sarracino, 33 anni, segretario del Pd Napoli. E in campo a livello nazionale potrebbe tornare pure l'ex sardina Mattia Santori, da poco entrato nel Pd, attualmente consigliere comunale a Bologna. Nel totonomi entra anche l'ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi, che è stata nelle scorse settimane la coordinatrice della rete delle amministratrici e degli amministratori a favore della mozione di Elly Schlein.
Secondo il Corriere della Sera tra i papabili potrebbero esserci figure più a sinistra, come Nico Stumpo, oggi tra i pochi eletti di Articolo Uno, che nella segreteria di Pier Luigi Bersani era responsabile dell’organizzazione del Pd, e Arturo Scotto, anche lui entrato in Parlamento con Articolo uno. Nella squadra di Schlein dovrebbe far parte anche Giuseppe Provenzano, ex vicesegretario del Pd e ministro per il Sud nel governo Conte due.
Secondo la deputata Gribaudo un cambio dei capigruppo Pd in Parlamento alla luce della nuova segreteria "è un tema oggettivo, anche Letta quando è arrivato li ha cambiati", ha confermato oggi a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora. "Ci sta che si facciano delle scelte in base alla propria linea politica. Ne parleremo con grande tranquillità, se ne parlerà, si faranno dei ragionamenti com'è giusto che sia". E sull'eventualità che Schlein possa fare proprio il suo nome ha glissato: "Vedremo".