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Ddl Zan, ultime notizie sul disegno di legge

Pd-M5s-Leu vogliono ddl Zan in Aula a metà luglio, Lega e FdI chiedono lo stop dopo nota Vaticano

È stallo sul ddl Zan contro l’omofobia: nel corso della capigruppo Pd, M5s e Leu chiedono di calendarizzare il disegno di legge nella settimana del 13 luglio in Aula. Secondo Italia viva invece c’è il rischio che il ddl non passi. Lega e Fratelli d’Italia invece chiedono di sospendere l’iter della legge dopo la nota verbale del Vaticano. Il prossimo 6 luglio l’Aula del Senato voterà sulla calendarizzazione.
A cura di Annalisa Cangemi
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Braccio di ferro sul ddl Zan contro l'omofobia nel corso della conferenza dei capigruppo in Senato. A quanto si apprende Pd, M5s e Leu chiedono di calendarizzare il disegno di legge nella settimana del 13 luglio in Aula. Italia viva dal canto suo esprime preoccupazione sulla possibilità che il provvedimento non passi, perché i numeri in Senato non sarebbero sufficienti. La maggioranza risulta dunque spaccata.

Ma a seguito della richiesta del Vaticano di stoppare la legge, tramite l'invio di una nota ufficiale al governo italiano in cui la Santa Sede ha espresso le sue preoccupazioni, il senatore della Lega Andrea Ostellari e i rappresentanti di Fratelli d'Itala hanno chiesto di fermare l'iter della legge in attesa di un parere della commissione Affari costituzionali, sulle questioni sollevate dal Vaticano rispetto al Concordato. Alla fine l'accordo non c'è: l'Aula di Palazzo Madama voterà il prossimo 6 luglio per calendarizzare il provvedimento dal prossimo 13 luglio. La conferenza dei capigruppo ha deciso quindi di aggiornarsi al 6 luglio.

"Questa è una vicenda che appartiene al Governo, alle forze che sostengono il Governo e alla loro incapacità di essere d'accordo. Hanno lamentato che neanche ne hanno parlato prima di portare in aula a metà luglio il ddl Zan. Siamo in attesa di capire le forze della maggioranza che sono contrarie cosa vogliono fare", ha detto Ignazio La Russa (FdI) a margine della conferenza dei capigruppo. Per il senatore "c'è una precisa norma costituzionale che garantisce il Concordato, ci sono meccanismi per verificare quando ci sono questioni controverse. Portare in Aula il ddl senza aspettare questi tempi significa fare un attentato alla Costituzione".

Al Vaticano oggi ha risposto anche il presidente del Consiglio Mario Draghi, durante il suo intervento al Senato: "Il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale, quindi il Parlamento è libero di discutere, di legiferare. Ma il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie affinché le leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con La Chiesa. È il Parlamento che discute della costituzionalità di una legge".

"Voglio infine precisare una cosa – ha aggiunto Draghi – che si ritrova in una sentenza della Corte Costituzionale del 1989: ‘la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, la laicità è tutela del pluralismo e delle diversità culturali'. Ieri l'Italia ha anche sottoscritto un documento con altri 16 paesi europei per esprimere preoccupazione su una legge in Ungheria che discrimina in base all'orientamento sessuale. Queste sono le dichiarazioni che oggi mi sento di fare, senza entrare ovviamente nel merito della discussione parlamentare. Come vedete il governo la sta seguendo ma questo è il momento del Parlamento non è il momento del governo".

"Italia viva vuole che si discuta il disegno di legge Zan in Senato. Come ha detto Draghi, lo Stato italiano è laico e il Parlamento è libero. Una legge contro le discriminazioni omotransfobiche è indispensabile, ora auspichiamo che si trovi un consenso largo che non ne pregiudichi l'approvazione", ha detto il presidente dei senatori di Iv, Davide Faraone, al termine della conferenza dei capigruppo.

"In Capigruppo, con M5s, Leu, Iv e Autonomie abbiamo chiesto di calendarizzare il ddl Zan. Dopo le parole di Draghi che hanno riaffermato la laicità dello Stato, il 6 luglio voteremo in Senato il calendario per chiedere che dal 13 il provvedimento venga finalmente discusso in Aula", ha commentato la presidente dei senatori Pd, Simona Malpezzi.

Il segretario del Pd ha ribadito la sua linea: "Io non cambio idea". Enrico Letta, spiegano fonti del Nazareno, avrebbe ribadito oggi la sua posizione dopo aver letto la nota della Santa Sede e dopo avere avuto diverse interlocuzioni nel corso della giornata. E, a maggior ragione dopo il passaggio di Draghi in Parlamento: il rispetto verso la Santa Sede, è il ragionamento, "non può significare indietreggiare su una legge di civiltà".

 "Da parte della maggioranza Conte c'è il rifiuto del dialogo – ha attaccato il senatore di FI Lucio Malan al termine della capigruppo – Vogliono il dialogo solo quando c'è una data certa. Vogliono il dialogo solo con la resa di chi non è d'accordo con loro". 

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