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Opinioni

Pd – M5S: la solita inutile polemica (che nasconde le vere domande)

Dopo le dichiarazioni di Bersani si è riaperto il dibattito su chi ha affondato la “possibilità” stessa di un accordo Pd – M5S. Un rimpallo di responsabilità che, sostanzialmente, serve solo ad evitare domande ben più importanti.
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Tutto sommato la domanda resta la stessa di qualche mese fa: è mai esistita una reale possibilità di un esito diverso rispetto al Governo delle larghe intese benedetto da Napolitano? Una questione lungamente dibattuta e che, al di là dell'ovvia constatazione delle corresponsabilità di Pd ed M5S nella gestione delle fasi post voto e soprattutto dell'elezione del Capo dello stato, è destinata a rimanere sostanzialmente inevasa. Soprattutto in considerazione del fatto che la polemica sulle dichiarazioni di Bersani alla Festa dell'Unità di Cremona è quanto di più ridicolo si potesse immaginare, soprattutto in un momento in cui le incertezze del Governo ed i primi segni del riemergere dei vecchi costumi della politica tradizionale (lentezza, cavillosità, "arte del rinvio" e via discorrendo) stanno favorendo la ripresa dell'aggressività della comunicazione del Movimento 5 Stelle. Una ripresa sorretta, vale la pena di ribadirlo, anche da una più decisa attività parlamentare degli eletti 5 Stelle che, messe da parte beghe interne e battaglie marginali, stanno cominciando a calarsi alla perfezione nel ruolo degli oppositori intransigenti e, al netto di un complottismo che a volte sfiora il ridicolo, portando avanti proposte sensate che spesso mettono in luce le contraddizioni di un "inciucio annunciato".

Un'attività che finora non ha prodotto risultato concreti ed impattanti, a causa della chiusura della maggioranza e della compattezza con la quale i parlamentari Pd-Pdl-Sc stanno sostenendo le proposte del Governo Letta. Una situazione che legittima le "recriminazioni" di quanti, tra 5 stelle e democratici, credevano nella possibilità reale del cambiamento dopo le politiche e adesso sostanzialmente si chiedono: davvero al M5S resta solo il compito una (spesso improduttiva) battaglia parlamentare, magari ricorrendo ad un troppo spesso sterile ostruzionismo? E, tornando al punto di domanda iniziale, davvero è questo il motivo per il quale in 8 milioni hanno scelto Beppe Grillo ed i candidati 5 stelle?

Domande mal poste, ripetono gli integralisti grillini, perché l'inciucio "è sempre stato l'unico obiettivo del Pdmenoelle". In sostanza, come chiarimmo nel post – Sereni, "la tesi dei grillini, rilanciata a gran voce anche da editorialisti come Travaglio e Scanzi, è sostanzialmente questa: i democratici non hanno mai voluto un accordo col M5S puntando all'inciucio fin dall'inizio e il teatrino messo in piedi da Bersani prevedeva condizioni volontariamente improponibili ed un aggravamento della crisi politica proprio per giustificare l'inciucio di fronte all'opinione pubblica". Quanto sia inutile un dibattito di questo tenore sulle resposanbilità è fin troppo evidente. Soprattutto perché consente sia al M5S che al Pd di evitare la vera questione: se le condizioni fossero state diverse, sarebbe stato possibile un accordo di Governo Pd – M5S? Cioè, è immaginabile un percorso che porti ad un'intesa di programma oppure democratici e grillini appartengono a due mondi completamente separati? Perché, al netto di considerazioni sulla struttura, sulle organizzazioni, sui leader e via discorrendo, rispondere ad una domanda del genere equivale a capire "dove stanno andando e cosa vogliono fare da grandi Pd e M5S". Se cioè sono incardinati su un percorso autoreferenziale (in previsione dell'autosufficienza di veltroniana memoria, o di quel 100% di cui parla provocatoriamente Grillo) o se sono interessati alla costruzione di un'alternativa credibile di Governo. E su quale alternativa e con quale programma. Un dibattito che probabilmente gioverebbe a molti, ma che certamente sarebbe più utile della discussione sui nomi o sulle diarie.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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