Pd attacca Luigi Di Maio su censimento raccomandati Rai e Pa: “Intimidazione, clima pericoloso”
L’annuncio del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, che ha fatto sapere di voler censire i raccomandati all’interno della Rai e della pubblica amministrazione, ha suscitato subito polemiche, sollevate soprattutto dal Pd. Secondo il deputato Michele Anzaldi, quella di Di Maio è una “intimidazione” nei confronti dei dipendenti Rai. “Schedare i dipendenti? Mai si erano sentiti toni del genere, così intimidatori, anche contro i dipendenti della pubblica amministrazione. Ecco perché Luigi Di Maio ha tenuto la delega alle Comunicazioni. Come fa il presidente Fico a non prendere le distanze?”, afferma riferendosi al presidente della Camera.
Secondo Anzaldi, le dichiarazioni del ministro del Lavoro sono “l’ennesima gravissima intimidazione, dopo le minacce di epurare i direttori”. Duro attacco anche dall’ex viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova: “Rom, giornalisti Rai, lavoratori della Pa. Vogliono schedare tutti. C'è un clima pericoloso, da caccia alle streghe. Scusi signor ministro, chi stabilisce quale lavoratore è raccomandato? La delazione, forse? Smettetela questa gara al terrore. Governate, se siete capaci”.
“Di Maio ha imparato in fretta la parola censimento da Salvini e non vedeva l'ora di usarla anche lui – attacca il senatore del Pd Tommaso Cerno -. Così il governo dei due mezzi premier ha ingaggiato una gara a chi censisce di più. Con la Lega decisamente avanti sugli inseguitori a Cinque Stelle”. Un altro senatore dem, Francesco Verducci, ricorda a Di Maio che in Italia “il Minculpop c’è già stato e non portò bene né all’Italia né agli italiani”.
L’importanza del termine censimento ritorna anche nelle dichiarazioni di Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Pd: “La parola d'ordine degli ultimi due giorni di governo è censimento. Di Maio non può perdere il passo di Salvini e, quindi, propone di censire tutti i raccomandati che ci sono nella pubblica amministrazione e di schedare i giornalisti. Se fossi in lui partirei da quelli che hanno trovato posto in questi anni nel M5S alla faccia della trasparenza e della meritocrazia, partendo proprio da Lanzalone che ha ottenuto da Di Maio ‘Acea come premio per quanto fatto per il M5S'. Senza trascurare i vari Marra e Casalino, per non parlare, poi, degli amici, fidanzati e parenti chiamati a rivestire incarichi di collaborazione alla Camera e al Senato e delle finte parlamentarie che hanno portato nelle aule i preferiti del capo. Il M5S e la meritocrazia sono rette parallele che non si incontrano mai”. Critico, sulla stessa linea, anche Maurizio Lupi, eletto con Noi con l’Italia: “Di Maio vuole censire i raccomandati. Può iniziare da Lanzalone. L’avvocato amico dei 5 Stelle premiato con l’Acea”.