Patto Sinistra Italiana-Europa Verde per le politiche 2023: nasce la lista rossoverde
Un patto per le elezioni politiche del 2023 tra Sinistra italiana ed Europa Verde, per dar vita a una lista ‘rossoverde', in grado di intercettare anche esperienze civiche. Il progetto nasce sulla scia del successo registrato in Francia da Nouvelle Union populaire écologique et sociale (Nupes) di Mélenchon – alleanza delle sinistre francesi, con comunisti, verdi e socialisti, seconda forza politica all'Assemblea Nazionale dopo le passate elezioni legislative – e verrà lanciato sabato 2 luglio.
"Annunciamo un'alleanza politica ed elettorale, che non riguarda solo Sinistra italiana, ma anche un pezzo consistente del mondo civico del nostro Paese – spiega a Fanpage.it Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde – saranno presenti alcuni sindaci, consiglieri regionali eletti in realtà civiche, vicesindaci. Da queste ultime elezioni amministrative, ma la tendenza è in atto già da alcuni anni, c'è stato un fiorire di realtà civiche, progressiste ed ecologiste. Insieme a Sinistra italiana vogliamo costruire una rete, un punto di riferimento in Italia, che manca, per chi crede nel tema della giustizia sociale e ambientale".
Nupes è un'esperienza importante che può fare da modello, ma il progetto guarda unicamente all'Italia. All'evento di sabato parteciperanno il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, il consigliere regionale ligure Ferruccio Sansa, il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, la vicesindaca di Bologna Emily Clancy, diversi esponenti della società civile, come Cecilia Strada e Dacia Maraini, la senatrice francese Mélanie Vogel, co-presidente dei Verdi europei. Si tratta di una proposta politica e culturale, che non vuole semplicemente solo sommare Europa Verde e Sinistra italiana, ma ha lo scopo di mettere in rete tutto il civismo italiano. L'orizzonte sono le prossime elezioni politiche, dopo si vedrà.
"Noi lavoriamo per dare vita a quest'alleanza, la più larga e inclusiva possibile, che abbia al centro la giustizia sociale e climatica, lavoro e diritti soprattutto – sottolinea Bonelli – Vogliamo tutelare quel mondo di impresa che vuole puntare sulla transizione ecologica, oggi fortemente penalizzata dalle scelte di questo esecutivo. Noi ci candidiamo a governare il Paese, non vogliamo fare l'opposizione".
"In questo periodo si parla di centro, e ci sono tanti galli in questo pollaio, tra l'altro tutti uomini", dice ancora Bonelli, "che si candidano per la leadership di quell'area, in lite perenne. C'è una forte esigenza di parlare di questioni che sono state fortemente emarginate dal dibattito politico e informativo. Penso alla politica energetica, al tema che sta portando a una crisi sociale drammatica nel nostro Paese. Siamo preoccupati, perché pensiamo che nei mesi di ottobre e novembre si aprirà in Italia una crisi sociale senza precedenti, scatenata dall'aumento dei prezzi energetici, che saranno maggiori rispetto a quelli che hanno mandato già a gambe all'aria famiglie, imprese e piccoli artigiani".
Secondo Bonelli manca una strategia energetica, "che puntando sulle rinnovabili possa dare una prospettiva di riduzione dei costi economici per le imprese e per le famiglie".
E poi c'è il problema della siccità, per cui ancora il governo non ha preso provvedimenti. Lo stato d'emergenza potrebbe essere dichiarato tra un paio di settimane, ma del dpcm che dovrebbe essere emanato a breve e che potrebbe razionalizzare l'utilizzo dell'acqua, non si sa ancora nulla. Su questa vicenda per Bonelli "Il governo ha una responsabilità enorme", perché tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 era "perfettamente a conoscenza di quello che sarebbe avvenuto in questi giorni in Italia". Lo dimostra un rapporto scientifico dell'Ue pubblicato a marzo 2022, dal titolo "Siccità nel Nord Italia", "che si trova da mesi sulle scrivanie dei ministri Cingolani e Patuanelli", che dava già conto del quadro drammatico e dei rischi connessi alla siccità. Ma il rapporto e l'allarme sono stati ignorati, e ad oggi nessuna misura nazionale è stata adottata dal governo e dal sistema della Protezione civile.
"È vero che ci sono problemi strutturali, come dice il ministro Patuanelli, ma oggi, in attesa di provvedimenti a livello nazionale, ci troviamo a essere governati dalle ordinanze a macchia di leopardo di alcuni sindaci. A marzo, quando è stato pubblicato il documento scientifico dell'Ue, perché il governo non è intervenuto con una politica di riduzione dei consumi di acqua, per dirottare delle acque reflue depurate per gli usi agricoli e industriali? Non è normale che ancora oggi nelle industrie utilizziamo acqua che potrebbe essere destinata ad uso umano. Il governo avrebbe cioè potuto prendere mesi fa provvedimenti che avrebbero ridotto i danni di questo disastro, non certamente per fermare la siccità. Ma ad oggi non è stato adottato nemmeno un provvedimento dal Consiglio dei ministri, e gli unici provvedimenti sono quelli degli amministratori locali", attacca ancora Bonelli.
In Italia si perdono 104.000 litri di acqua al secondo per circa 9 miliardi di litri al giorno. Con oltre il 40% di acqua persa dai 500mila km di rete e acquedotti colabrodo, potremmo dare da bere a una popolazione di 44 milioni di persone. Avremmo bisogno di 20 miliardi di euro per riparare e sostituire le nostre reti idriche, molti di più dei 900 milioni di euro stanziati nel Pnrr: "Questo dimostra che il tema della crisi climatica non sta nel DNA di questo governo", commenta Bonelli. "Di fronte a tutto questo basti pensare che Cingolani e Giorgetti hanno chiesto all'Europa di rinviare di 5 anni lo stop alla vendita delle auto diesel e benzina. Un atteggiamento irresponsabile. Sperano che qualche pioggia basterà a evitare che i giornali si occupino di questo problema".