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Elezioni politiche 2022

Patto Letta-Calenda, cosa prevede l’accordo raggiunto tra Pd, Azione e Più Europa

Ecco cosa prevede l’accordo elettorale raggiunto questa mattina tra il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, il leader di Azione Carlo Calenda, il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova.
A cura di Annalisa Cangemi
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I leader di Pd, Azione e Più Europa, Letta, Calenda e Della Vedova si sono riuniti questa mattina alla Camera per trovare un accordo elettorale: i tre partiti correranno nella stessa coalizione. Dopo giorni di veti e battute d'arresto è stato siglato il patto tra i tre partiti in vista del 25 settembre. "Oggi si riapre totalmente la partita. Non credo che gli italiani siano disponibili a farsi sottomettere da una proposta che li porta ai margini dell'Europa", ha commentato il leader di Azione Carlo Calenda. "Abbiamo fatto un passo importante, era un dovere superare gli ostacoli e trovare un'intesa che ci consentisse di trovare una proposta che sia vincente, convincente e alternativa a queste destre. Le elezioni ora sono davvero contendibili", ha commentato Enrico Letta.

Nell'accordo si specifica che "Le liste del Partito Democratico e di Azione/+Europa parteciperanno alla campagna elettorale guidate da Enrico Letta, frontrunner per i democratici e progressisti, e Carlo Calenda, frontrunner per Azione/+Europa e liberali".

Ma quali sono gli altri termini dell'intesa? Le prossime elezioni sono "una scelta di campo tra un'Italia tra i grandi Paesi europei e un'Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell'Europa. Partito democratico e Azione/Più Europa siglano questo patto perché considerano un dovere costruire una proposta vincente di governo fondata sui seguenti punti", si legge nel patto elettorale siglato alla Camera questa mattina.

"Pd e Azione/Più Europa si impegnano a promuovere, nell'ambito della rispettiva autonomia programmatica, l'interesse nazionale nel quadro di un solido ancoraggio all'Europa e nel rispetto degli impegni internazionali dell'Italia e del sistema di alleanze così come venutosi a determinare a partire dal secondo dopoguerra – continua il documento –. In questa cornice le parti riconoscono l'importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin. Per quanto riguarda le conseguenze del mutato scenario internazionali in ambito energetico, Pd e Azione/Più Europa si impegnano a mettere in campo le politiche pubbliche più idonee per garantire l'autonomia del Paese attraverso un'intensificazione degli investimenti in energie rinnovabili, il rafforzamento della diversificazione degli approvvigionamenti per ridurre la dipendenza dal gas russo, la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile".

Priorità ai diritti civili e ius scholae

Nel testo si sottolinea che "in ambito economico e sociale, le parti s'impegnano a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva Ue e una riduzione consistente del cuneo fiscale a tutela in particolare dei lavoratori. Le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell'azione del governo guidato da Mario Draghi. I partiti che hanno causato la sua caduta si sono assunti una grave responsabilità dinanzi al Paese e all'Europa".

"Per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l'interruzione traumatica del governo, Pd e Azione/Più Europa concordano sulla necessità di:

a) realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea;
b) improntare le politiche di bilancio alla responsabilità e le politiche fiscali alla progressività, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerità;
c) non aumentare il carico fiscale complessivo;
d) correggere lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il “Bonus 110%” in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi;
e) dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae".

Uninominali, 70% al Pd e 30% ad Azione/Più Europa

Quanto alle candidature, "le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell'alleanza. Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l'alleanza, gli ex parlamentari del M5s (usciti nell'ultima legislatura), gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell'ultima legislatura). La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra democratici e progressisti e Azione/Più Europa nella misura del 70 per cento (Partito democratico) e 30 per cento (Più Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell'alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno identificati di comune intesa.

E ancora: "Le parti si impegnano a chiedere che il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi".

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