Patto di Stabilità, per Giorgetti è “un compromesso”, opposizioni: “Ha fallito, ammette accordo al ribasso”
Durante l'audizione sulla legge di Bilancio alla Camera, dopo l’ok ricevuto prima di Natale al Senato, il ministro dell'Economia Giorgetti affronta anche il tema del nuovo Patto di Stabilità e Crescita approvato a Bruxelles lo scorso 20 dicembre, dopo mesi di negoziati. L'accordo raggiunto è considerato dal ministro dell'Economia un "compromesso inevitabile in un'Europa che richiede il consenso di 27 Paesi", mentre per la premier Meloni si tratta di un "compromesso di buonsenso", che è comunque "migliorativo rispetto alle condizioni del passato", con "regole meno rigide e più realistiche di quelle attualmente in vigore".
Oggi il ministro ammette ancora una volta che non si può "fare festa sul Patto di Stabilità", spiegando che è da considerarsi "un compromesso, se un compromesso verso il basso o verso l'alto, io ho detto e ribadisco che le valutazioni le faremo tra qualche tempo". Il Patto è stato accolto con poco favore da parte delle opposizioni, ma Giorgetti afferma: "Mi sono preso tutta la responsabilità di accettare un accordo invece di mettere un veto a caso per tornare a delle regole molto peggiori di quelle che il nostro Paese affronterà nei prossimi mesi".
"È un patto tra tanti Paesi, ho letto che tanti invocavano il diritto di veto da parte dell'Italia, nella valutazione obiettiva e onesta dobbiamo valutare che cosa sarebbe entrato in vigore il 1 gennaio in alternativa: il vecchio patto del Fiscal compact. Se noi guardiamo questo, abbiamo fatto un passo in avanti", dice ancora in audizione alla Camera. "Rispetto alla proposta iniziale della Commissione, abbiamo introdotto in un sistema complicato un caos totale, perché sono entrate tantissime clausole per richiesta dei 27 paesi, ognuno ci ha messo il suo, altrimenti non si sarebbe arrivati alla riforma. È un compromesso, la valutazione la faremo fra qualche tempo".
"Io sono abituato a dire la verità in ogni sede – dice ancora il ministro – sull'intesa raggiunta in Europa non abbiamo fatto festa, io dico le cose come stanno".
Secondo Giorgetti "la discussione è viziata dall'allucinazione psichedelica che abbiamo vissuto in questi quattro anni in cui abbiamo pensato che gli scostamenti si potessero fare, che il debito si potesse fare, che il deficit si potesse fare, che si potesse andare tranquillamente così senza tornare ad un sistema di regole". Per il ministro "il problema non è l'austerità, ma la disciplina, cioè la capacità di prendere e decisioni e difenderle anche se sono impopolari". Il ritorno alle regole fiscali imposte dal nuovo Patto di Stabilità era in sostanza inevitabile: "Bisogna uscire con coraggio dalla fase in cui ci siamo assuefatti, questo Lsd che abbiamo preso per 4 anni, e piano piano eliminare punto per punto tutte queste misure che non ci possiamo permettere".
Per le opposizioni è l'ammissione di un fallimento. Al ministro Giorgetti, "che in audizione sulla legge di Bilancio parla di Lsd o allucinazioni psichedeliche a proposito della fase di sospensione del Patto di stabilità e delle conseguenti misure espansive, vorremmo dire che la sua alternativa è imporre al Paese un'overdose mortale di austerità, stagnazione e investimenti zero. Oggi il ministro ha confermato un dato che tutti avevano capito, è cioè che il nuovo Patto di stabilità è un compromesso al ribasso, che rischia di essere prociclico, che ha troppe clausole fatte inserire da ogni Paese. Insomma, il contrario di ciò di cui avrebbe bisogno l'Italia – dice in una nota, Emiliano Fenu, capogruppo del Movimento cinque stelle in commissione Finanze della Camera – Al nostro Paese rimarranno solo manovre lacrime e sangue, come le due sin qui approvate dalla Meloni, e una correzione annua dei conti pubblici di circa 12 miliardi, come stimato dall'Istituto Bruegel. Che bel sovranismo. Gli italiani sono stati riempiti di balle dai Fratelli di Berlino di Giorgia Meloni e da tutto il Centrodestra".
"La si può buttare sull'Lsd e sull'allucinazione psichedelica, ormai scadendo definitivamente nel ridicolo, ma mi chiedo se la premier Giorgia Meloni si renda conto delle parole pronunciate oggi in audizione dal ministro Giancarlo Giorgetti sul Patto di stabilità. La sequenza usata dal ministro è agghiacciante: ‘un compromesso peggiore della proposta iniziale della Commissione', un ‘caos totale', un ‘sistema di regole che rischia di diventare prociclico'". Così Stefano Patuanelli, presidente dei senatori M5S. "Queste espressioni – continua – che purtroppo fotografano alla perfezione il totale fallimento della strategia negoziale europea del Governo, certificandone subalternità e irrilevanza, non possono passare in cavalleria. La Meloni evidentemente le condivide, nonostante questo ha avallato un via libera supino dell'Italia a questo disastro che imporrà al Paese tagli e tasse negli anni a venire".
"Giorgetti parla di Lsd e di allucinazione psichedelica in riferimento agli ultimi quattro anni. Ebbene, vorremmo ricordare che nel periodo in cui, secondo lui, si spacciava Lsd, Giorgetti ha passato quasi tre anni al governo, prima da ministro dello Sviluppo Economico, poi da ministro dell'Economia", attacca Riccardo Ricciardi, vicepresidente del Movimento 5 stelle. "Non è accettabile che Giorgetti si sottragga alle sue responsabilità in maniera così plateale e spudorata".
Anche dal Pd si sottolinea come lo stesso titolare dell'Economia abbia espresso dubbi sul Patto siglato in Ue. "La guerra, l’inflazione, le regole, il debito, il superbonus: Giorgetti in commissione Bilancio si attacca a tutto per cercare un alibi ad una legge di bilancio ingiusta e senza prospettive. Ma è l’insofferenza verso l’Europa che non riesce proprio a nascondere: per lui la sospensione del patto di stabilità è stata solo un’allucinazione collettiva e non un’occasione per cambiare in modo strutturale le regole verso una maggiore integrazione e solidarietà europee. Ed ora dà lezioni contro il debito e accetta il patto di stabilità dopo aver messo l’Italia nelle condizioni di non contare nulla e di far pagare al Paese a breve il prezzo di un compromesso che è passato sulla testa del governo e della Meloni", commenta in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Per Piero De Luca "Giorgetti ammette la responsabilità di un accordo al ribasso. Si peggiora la proposta della Commissione, danneggiando gravemente l'Italia. Il Governo mostra di non avere nessun peso e autorevolezza in Europa".