video suggerito
video suggerito

Patto di stabilità, Meloni non esclude veto dell’Italia: “Non posso accettare condizioni impossibili”

Giorgia Meloni ha ribadito che per il momento il veto dell’Italia al nuovo Patto di stabilità non è sul tavolo: “Non la voglio mettere così, non è un buon modo di cercare sintesi con gli altri”. Ma, una volta chiuse le trattative, non potrà “dare l’ok a un Patto che nessun governo italiano potrebbe rispettare”.
A cura di Luca Pons
104 CONDIVISIONI
Immagine

Le trattative sul Patto di stabilità continuano serrate, ma il Consiglio europeo volge al termine e i capi di Stato e di governo dell'Ue – che sulla carta dovevano parlare di altro, ma ovviamente si sono concentrati anche sul Patto – non hanno trovato una quadra. Giorgia Meloni, parlando ai cronisti, ha sottolineato che "le posizioni sono ancora abbastanza distanti" e che bisogna "lavorare ora dopo ora", ma sostanzialmente ha dato ragione al suo ministro Giorgetti, pessimista: "È vero che lavorare in videoconferenza è molto più complicato, i colloqui a margine spesso contano più del tavolo ufficiale".

Trovare un accordo entro la fine dell'anno "non è impossibile", comunque, secondo la presidente del Consiglio. Meloni non ha voluto parlare dei dettagli tecnici del Patto, perché "bisogna tenere aperte tutte le strade" ed è "una trattativa molto tecnica e delicata, fatta di equilibri, non posso prendermi un impegno su un obiettivo se poi magari mi viene tolto poco dopo, compensato con qualcos'altro".

La premier per il momento preferisce non parlare dell'opzione di porre il veto ("È una possibilità? Non la voglio mettere così"), anche se in realtà non lo esclude: "L'unica cosa che non posso fare è dare l'ok a un Patto che nessun governo italiano potrebbe rispettare, perché sarebbe ingiusto e non sarebbe utile". Più che altro, finché le trattative sono aperte "parlare di veto non è un buon modo di cercare delle sintesi con gli altri: cerchiamo un patto che ci offra le condizioni di fare seriamente il nostro lavoro, di seguire le strategie dell'Europa sugli investimenti senza però essere per questo colpiti".

La leader di Fratelli d'Italia ha anche commentato il legame tra i negoziati sul Patto di stabilità e la ratifica del Mes, dato che molti retroscena indicano che il governo italiano abbia pensato di usare la ratifica come strumento per ottenere condizioni migliori, dicendo: "Lo vedo solo nel dibattito italiano". La presidente del Consiglio ha ribadito che "è importante conoscere tutti gli strumenti prima di decidere, ma non c'è questa dimensione di ‘ricatto' e nessuno ha mai posto la questione così".

Meloni ha anche parlato dell'incontro con Viktor Orban, ripetendo che "si è molto più utili quando si ha la facoltà di parlare con tutti e questo ha consentito all'Italia di giocare un ruolo da protagonista, anche se non siamo riusciti in tutti gli obiettivi". Per quanto riguarda le conclusioni del Consiglio Ue, per l'Italia è stato un vertice "in chiaroscuro": "Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto sull'allargamento, soprattutto con l'inizio dei negoziati con l'Ucraina che molti ritenevano difficile. Non siamo riusciti a raggiungere un accordo sul bilancio pluriennale. Ma non sono pessimista sul fatto che si possa raggiungere un accordo nel prossimo Consiglio europeo. Sulla bozza siamo soddisfatti: ci sono quasi 10 miliardi per le migrazioni".

I fondi per l'Ucraina sono stati bloccati dall'Ungheria di Orban, e se non si riuscisse a sbloccarli a gennaio "ci sono dei piani B". Però per Meloni sarebbe meglio "non arrivarci", perché insieme alle risorse per Kiev servono anche dei soldi che aiutino gli Stati Ue ad affrontare "le conseguenze della guerra sulle nostre società: se non siamo capaci di affrontarle allontaneremo il sostegno dell'opinione pubblica dalla causa ucraina".

104 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views