Patto di stabilità, Giorgetti: “Sembra di stare in un’assemblea di condominio, accordo difficile”
Sul Patto di stabilità i negoziati sono in stallo. "L'Europa è incapace di prendere qualsiasi decisione in termini tempestivi e strategici. Corre dietro alla Cina, agli Stati Uniti. D'altronde quando sei in 27, poi saremo in 30, 32…è impossibile decidere. Chiunque ha esperienze di assemblee di condominio, ecco quella è l'immagine dell'Europa adesso", commenta il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, dal palco di Atreju. Il numero due della Lega precisa di riferirsi tanto al Patto di stabilità quanto "agli investimenti strategici e alle grandi sfide nelle quali l'Europa si è imbarcata". E aggiunge: "Se non hai gli strumenti e se non hai un apparato normativo che ti permetta di decidere come fanno gli altri competitori globali, il mondo non è più quello degli anni 60-70-90, lo spiazzamento sarà totale anche sotto il profilo delle esportazioni. Questo è l'affresco".
In particolare, sul Patto Giorgetti spiega che i negoziati vanno avanti da mesi e che le possibilità di arrivare a una approvazione la prossima settimana sono scarse. "E poi, non ho niente contro le videoconferenze ma che io vada a chiudere un accordo che condiziona l'Italia per i prossimi 20 in videoconferenza anche no grazie", prosegue il ministro, evidenziando che un vertice dell'Ecofin in presenza, visto il contesto, sarebbe più opportuno.
Al momento l'Ecofin è convocato in videoconferenza il prossimo 20 dicembre, a una settimana dal Consiglio europeo dove, secondo quanto si apprende, sarebbero stati fatti ulteriori passi avanti senza però raggiungere ancora un'intesa unanime.
Ad ogni modo, "ci sono ancora tanti aspetti da chiarire, su un Patto che dura dieci o vent'anni bisogna valutare tante cose, quindi se c'è da aspettare ancora un po' non è neanche male", continua il ministro. E sulla posizione dell'Italia – e la possibilità di mettere il veto all'accordo – Giorgetti conclude: "L'Italia valuterà tutti i mezzi che ha a disposizione per fare gli interessi nazionali, dopodiché ci vuole responsabilità, metteremo la firma se ci sono gli interessi del Paese".