Patrimoniale, che cos’è e perché se ne sta parlando in Italia
Negli ultimi giorni si sta parlando spesso di patrimoniale, dopo una proposta di alcuni esponenti del Partito democratico e di Liberi e Uguali che hanno suggerito nella nuova legge di Bilancio di tassare il patrimonio dei più ricchi, detassando allo stesso tempo i meno abbienti, per fare fronte a questo particolare momento di crisi economica innescata dalla pandemia di coronavirus. Ma che cos'è la patrimoniale, di cui si parla tanto? E come funziona? Facciamo chiarezza.
Partiamo dalla proposta di alcuni deputati Pd e Leu, a prima firma Nicola Fratoianni e Matteo Orfini, che hanno chiesto con un emendamento alla manovra di introdurre una tassa patrimoniale. Questa di base consiste in un prelievo calcolato sulla base della ricchezza. In questo modo si va a gravare fiscalmente sui ceti più abbienti della popolazione, chiedendo un contributo maggiore a chi ha di più in questo difficile momento storico. Un meccanismo che vuole appiattire le disuguaglianze, che rischiano pericolosamente di crescere nei periodi di crisi, e che in Italia è già stato introdotto ad esempio in seguito alle due Guerre mondiali.
Come funziona la patrimoniale e cosa prevede la proposta Fratoianni/Orfini
Nello specifico però, la proposta Fratoianni/Orfini prevede l'abolizione dell'Imu e della imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, sostituendola a partire dal 1° gennaio 2021 con un'aliquota progressiva minima dello 0,2% sui grandi patrimoni. In particolare, dello 0,2% tra i 500 mila euro e il milione; dello 0,5% tra il milione e i 5 milioni; del 2% al di sopra dei 50 milioni; e fino al 3% (ma solo per il 2021) per le fortune sopra il miliardo di euro. La base imponibile deve essere calcolata a partire è costituita "da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie, posseduta ovvero detenuta sia in Italia che all’estero, da persone fisiche".
L'obiettivo è quindi quello di raccogliere abbastanza risorse per cancellare l'Imu e l'imposta di bollo su conti correnti e conti di deposito titoli, alleggerendo così il carico fiscale su chi possiede meno di 500 mila euro. I Comuni verrebbero compensati per le perdite subite grazie a un apposito fondo di solidarietà. Non solo, nell'emendamento si chiede poi di introdurre una dichiarazione sui patrimoni esteri e propone una multa per quelli suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia: "Per le violazioni degli obblighi di dichiarazione è irrogata una sanzione amministrativa pecuniaria che va dal 3% al 15% dell’importo non dichiarato", si legge nel testo dell'emendamento.
Quali sarebbero gli effetti di una patrimoniale in Italia e chi verrebbe tassato
Ma quanti sarebbero gli italiani interessati da questa tassazione? Alcuni dati disponibili che ci aiutano a rispondere a questa domanda sono quelli forniti dalla Banca d'Italia sui bilanci delle famiglie nell'anno 2016: in base a questi circa un decimo dei nuclei familiari italiani entrerebbe nella fascia di riferimento della nuova patrimoniale proposta da Fratoianni e Orfini. Secondo una simulazione realizzata invece dal Fatto Quotidiano applicando un'aliquota del 2% ai patrimoni sopra i 50 milioni e del 3% a quelli sopra il miliardo, si andrebbero a tassare poco meno di 3 mila persone con un ricavo però di circa 10 miliardi di euro all'anno. In Europa alcuni Paesi si stanno già muovendo in questa direzione per fare fronte alla crisi economica innescata dal Covid. A Bruxelles a inizio novembre il governo belga ha raggiunto un accordo su un contributo di solidarietà su tutti i conti-titoli il cui valore supera il milione di euro, che dovrebbe fruttare quasi mezzo miliardo alle casse dello Stato. Anche Madrid nella legge di bilancio per il 2021 sta mettendo a punto un'imposta di solidarietà.