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Notizie sulla detenzione di Patrick Zaki in Egitto

Patrick Zaki scrive dal carcere alla famiglia: “Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità”

“Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, ancora meglio di prima”. Con queste parole Patrick Zaki, lo studente e attivista in carcere da febbraio in Egitto, si rivolge alla famiglia e agli amici. La lettera è stata scritta il 21 giugno, ma i genitori del ragazzo l’hanno ricevuta solo il 4 luglio.
A cura di Annalisa Cangemi
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Patrick Zaki
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Il giovane studente egiziano, Patrick Zaki, che frequentava un master all'Università di Bologna, scrive dal carcere alla famiglia: "Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell'Università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole". Il giovane si torva ancora in una prigione in Egitto, da 150 giorni. Il testo è stato pubblicato su Facebook dalla rete di attivisti ‘Patrick Libero'. Secondo quanto spiegano i gestori del profilo social, la lettera è stata scritta il 21 giugno, ma i genitori l'hanno ricevuta solo il 4 luglio.

"Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, ancora meglio di prima", continua Zaki. Il ragazzo 27enne era stato arrestato il 7 febbraio all'aeroporto del Cairo, dove era appena atterrato con un volo proveniente dall'Italia. La prossima udienza per lo studente è prevista il 12 luglio.

"La pubblicazione della lettera di #PatrickZaki alla sua famiglia, datata 21 giugno, è una piccola, buona notizia. Nella speranza che sia liberato presto, con l'invito alle Istituzioni italiane ed europee perché si mobilitino in maniera ferma e urgente per la sua liberazione". Si legge sul profilo Twitter di Possibile.

Anche Amnesty International, commenta il messaggio scritto da Zaki: "Una notizia bella, una lettera molto dolce che ci dà conforto, che ci sprona a impegnarci ancora di più per assecondare il desiderio di Patrick, che poi è un diritto più che desiderio – dice il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury – E cioè quello di tornare in libertà. Bello leggere che Patrick nonostante tutto sia in buone condizioni, di spirito. Continua la campagna per chiedere il suo rilascio, immediato e incondizionato". Come ha spiegato l'organizzazione il giovane si trova in carcere per il suo lavoro di attivista per i diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.

"Ritorneremo alla carica con il governo egiziano per garantire che ci sia una decisione rapida sul futuro di Zaki", ha promesso due giorni fa il ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi, rispondendo all'appello di Amnesty International. L'organizzazione per i diritti umani aveva infatti sollecitato governo italiano perché facesse pressioni sul presidente Al Sisi, affinché nel provvedimento di grazia per oltre cinquecento detenuti anche lo studente universitario. "Noi dobbiamo fare pressione sul governo egiziano per fare in modo che Zaki abbia un processo giusto e non possa rimanere in carcere", aveva aggiunto Manfredi.

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