Patriciello (Lega): “Dopo la cacciata di Afd, Identità e democrazia può pensare a nuove alleanze in Europa”
Dopo la rottura con Forza Italia, Aldo Patriciello, già eurodeputato, ha annunciato l'ingresso nella Lega e la sua candidatura alle elezioni europee nella circoscrizione Sud. Campione di preferenze nel Meridione, nel Carroccio l'ex azzurro ha fissato un obiettivo importante: "sfatare il luogo comune della Lega anti-meridionale e rafforzare il mio impegno per il Sud", dice a Fanpage.it. Quando lo chiamano un "politico omnibus", amico di tutti, Patriciello non si offende, anzi. "Lo considero un complimento. Faccio politica da quando avevo i calzoni corti ma non ho mai fatto di un avversario politico un mio nemico. Noi terroni siamo così". Sulle prospettive di alleanza per la Lega una volta eletto il Parlamento europeo, l'eurodeputato dice: "È difficile fare previsioni ma per esperienza posso dire che aver cacciato gli estremisti di AfD permetterà al nostro Gruppo, Identità e Democrazia, di avere un margine di manovra più ampio rispetto al passato".
Lo scorso dicembre ha ufficializzato la sua uscita da Forza Italia a cui è seguito l’ingresso nella Lega e la sua candidatura al Parlamento europeo. Più volte si è definito un “democristiano moderato”. Come spiega la decisione di entrare a far parte di un partito che appartiene a Identità e democrazia, la famiglia dell’estrema destra europea?
Io non parlerei di estrema destra, non dopo ciò che è successo poche ore fa, con la cacciata dei membri di AfD per le loro posizioni oggettivamente troppo estremiste. Ma ritengo che il nostro Paese in questo momento storico debba difendere la propria identità in un contesto geopolitico complesso. Non possiamo permetterci differimenti o politiche troppo melliflue. Dobbiamo dire chiaramente cosa vogliamo e lavorare per ottenerlo, dire chiaramente chi siamo e difenderci. Per militanza e formazione politica La Lega è il posto giusto dove stare, senza dubbio.
Alcuni giornalisti in passato lo hanno definito un “politico omnibus” per via della sua vicinanza a personaggi politici di posizioni molto diverse tra loro e dal partito di cui ora fa parte, come ad esempio Matteo Renzi, Vincenzo De Luca o Clemente Mastella. Come commenta questo?
Lo considero un complimento, una medaglia al valore. Faccio politica da quando avevo i calzoni corti ma non ho mai fatto di un avversario politico un mio nemico. La cultura dell’odio non mi appartiene. Parlo con tutti e con tutti ho rapporti cordiali. Noi terroni siamo così: rispetto e amicizia con tutti. Mi piace guardare negli occhi le persone, frequentare il territorio, viverlo per davvero. Ai salotti buoni ho sempre preferito la piazza del paese: è questa la semplicità che coltivo.
Rispetto alla sua candidatura con il Carroccio lei ha dichiarato che sarà un’occasione “per sfatare il luogo comune di un partito anti-meridionale”. Se rieletto, come intenderà realizzare il suo impegno per il Sud con la Lega?
L’ho già detto e lo ribadisco: il mio passaggio alla Lega non sposta di una virgola il mio impegno per il sud e il mio modo di intendere la politica. Anzi, lo rafforza. Penso alla battaglia che dovremmo fare per la difesa del nostro made in Italy, per proteggere l’agricoltura, il settore agroalimentare: nessuna norma europea potrà mai farci preferire la farina di insetti alla mozzarella di bufala. C’è poi il grande tema delle infrastrutture e del divario nord-sud che andrà affrontato in un’ottica europea, rafforzando la politica di coesione.
Al Parlamento Ue, nella scorsa legislatura lei ha fatto parte della Commissione ambiente. Come ormai è noto, la Lega si oppone al Green Deal, ma secondo lei quale sarebbe, anche alla luce degli eventi climatici estremi che hanno colpito il nostro paese in questi giorni, una soluzione alternativa? Non c’è il rischio che i danni prodotti dal cambiamento climatico finiscano per avere un costo superiore a quello della transizione verde?
Io non credo sia una questione di costi-benefici. E le spiego il perché. Il rispetto dell’ambiente è sacrosanto e va tutelato ovunque sia possibile e necessario. Altra cosa, invece, è assecondare le mode del momento e le follie dettate dalla ideologia green sempre. Dalle auto elettriche, alle case green, passando per il “no” al nucleare, riteniamo che questa pericolosa deriva ultra ambientalista intrapresa negli ultimi anni dall’Ue altro non sia che un enorme regalo alla Cina e agli altri Paesi in via di sviluppo.
Da eurodeputato uscente, saprà che una volta eletto il Parlamento Ue, occorrerà mettersi d’accordo per formare una coalizione stabile. Dal canto suo, il Partito popolare Europeo di cui lei faceva parte ha già assicurato “mai alleanze con la destra estrema”. Cosa ne pensa? Quali sono le prospettive della Lega?
È sempre difficile fare previsioni prima di sapere la reale consistenza dei numeri dei vari gruppi parlamentari europei. Per esperienza posso dire che aver cacciato gli estremisti di AfD permetterà al nostro Gruppo, Identità e Democrazia, di avere un margine di manovra più ampio rispetto al passato. Personalmente poi, per storia e cultura politica mia personale, mi auguro di poter lavorare su temi pratici e di interesse generale. Ai cittadini europei interessa che venga migliorata loro la vita, dell’aria fritta poco gli interessa.
Capolista nella sua circoscrizione c’è anche il generale Roberto Vannacci, noto per le sue idee controverse su omosessuali e minoranze. Lei condivide le sue posizioni? Come pensa che possa incidere sui suoi elettori “moderati” la candidatura nella stessa lista del generale?
Personalmente non sempre mi trovo d’accordo con le posizioni del generale Vannacci, ma questo è il bello della democrazia e di essere in un partito in cui le opinioni di tutti hanno lo stesso diritto di cittadinanza. Gli elettori moderati hanno varietà di scelta, da questo punto di vista. Ciò detto, mi faccia sottolineare un aspetto: le aggressioni che Vannacci ha ricevuto e riceve ogni vola che presenta il suo libro sono vergognose.