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Passera vende le sue azioni per sfuggire al conflitto di interesse

Il Ministro dello sviluppo economico, dopo le polemiche sulle sue partecipazioni in banca Intesa Sanpaolo, ha annunciato di aver venduto tutte le sue azioni dell’istituto di credito e di aver ceduto alcune quote minoritarie di alcune società ospedaliere.
A cura di Antonio Palma
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Il Ministro dello sviluppo economico, dopo le polemiche sulle sue partecipazioni in banca Intesa Sanpaolo, ha annunciato di aver venduto tutte le sue azioni dell'istituto di credito e di aver ceduto alcune quote minoritarie di alcune società ospedaliere.

Stava diventando un vero e proprio caso quello del possibile conflitto di interessi di Corrado Passera dopo la sua nomina a Ministro dello Sviluppo e delle attività produttive nel nuovo Governo Monti. Il Ministro ha deciso di sopire le polemiche annunciando l'avvenuta vendita delle sue azioni di banca Intesa Sanpaolo, di cui è stato anche amministratore delegato, e cedendo a titolo gratuito altre partecipazioni in alcune aziende mediche. A Passera, fin dalla sua nomina, sono stati contestati il suo passato da amministratore in gruppi finanziari, nonché le sue numerose partecipazioni in svariate altre aziende in rapporti con lo stato, nonché il suo ruolo in alcune delle vicende di privatizzazione di aziende pubbliche come l'Alitalia.

La scelta definitiva di Passera però è arrivata a seguito dell'esplicita denuncia di possibili conflitti di interesse da parte della Gabanelli e di Giovanna Boursier sul Corriere a cui passera ha risposto con una lettera pubblicata l'ultimo dell'anno. "Pur non avendo alcun obbligo di farlo, nei giorni scorsi ho venduto tutte le mie azioni Intesa Sanpaolo" ha scritto il neo Ministro, annunciando anche le cessioni delle altre quote di partecipazione in alcune società. Insomma Passera sembra voler fare sul serio e anche sul patrimonio di famiglia fa precisazioni e chiarimenti, tutto con l'intento di apparire più trasparente nell'azione di governo, suo cavallo di battaglia fina dal giuramento al Quirinale. Il Ministro ha voluto precisare anche l'affare Alitalia che lo vide protagonista nello scorporo dell'azienda e nella fusione con Air One. Passera né ha rivendicato l'utilità sia per i dipendenti sia per lo stesso Stato, che altrimenti avrebbe dovuto sostenere costi ancora più rilevanti in caso di fallimento della compagnia aerea nazionale.

Il Ministro, dopo essersi liberato dei sette milioni di azioni, ora dovrà sciogliere un altro dei nodi fondamentali del Paese, e che lo chiamano direttamente in causa nel suo nuovo ruolo, la concorrenza nel sistema Ferroviario con l'ingresso della NTV di Montezemolo e Della Valle. Il Ministero delle infrastrutture e dello Sviluppo, nella nuova fase due della manovra, dovrà stanziare per la crescita i fondi necessari, e decidere dunque cosa privilegiare nel campo dei trasporti. Passera, insomma, potrebbe tornare a rioccuparsi di Alitalia o anche delle Autostrade, ma in un ruolo e con una funzione ben diversa rispetto al passato.

Lo stipendio degli onorevoli pagato con i Bot?

Nella diatriba tra Gabanelli e Passera trova posto anche la provocatoria proposta della giornalista di pagare gli stipendi di Ministri e onorevoli con i Titolo di Stato. La Gabanelli evidentemente intendeva rifarsi alla proposta dello stesso Passera di pagare i debiti dello Stato con le aziende in Titoli di Stato, che per molte imprese si rivelerebbe un'ulteriore beffa. Passera nel Post Scriptum alla sua lettera appare possibilista, "non avrei nulla da eccepire se lo stipendio da ministro mi venisse pagato in Bot", ha scritto il Ministro, chissà che il nuovo anno non ci riservi grosse sorprese.

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