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Passa al Senato il ddl dei piccoli comuni: istituito fondo di 100 milioni

Con 205 “sì” e 2 “astenuti” passa al Senato il ddl che vuole valorizzare i piccoli comuni di Italia. Istituito un fondo di 100 milioni per i comuni fino a 5000 abitanti. A beneficiare della legge circa 5.567 borghi.
A cura di Maurizia Marcoaldi
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Sono circa 5.567 i piccoli comuni che in Italia rischiano di diventare dei borghi fantasma. Tesori spesso nascosti, perché poco conosciuti o poco valorizzati, che potrebbero scomparire a causa di un lento ma inesorabile spopolamento. Da oggi il loro destino non è più affidato soltanto alla volontà dei sindaci, ma anche a un impegno concreto da parte dello Stato. È infatti passato al Senato, con 205 "sì" e 2 "astenuti", il ddl "Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni". Per ben tre legislature il disegno di legge era stato a un passo dall'approvazione e ora, dopo il "sì" espresso dalla Camera a settembre 2016, anche il Senato ha dato il via libera.
Va innanzitutto chiarito che per piccoli comuni si intende quei comuni che contano fino a 5000 abitanti oppure quelli istituiti grazie alla fusione di due o più comuni con meno di 5000 abitanti. In Italia ci sono circa 5.567 borghi e ci vivono in totale 10 milioni di abitanti circa. Questi piccoli centri costituiscono il 57 per cento del territorio nazionale e vi operano oltre 400 mila aziende agroalimentari.

Novità portante del ddl è l'istituzione di un fondo per i piccoli comuni. All'articolo 3 del testo si chiarisce la sua portata economica. Un fondo di 100 milioni da distribuire in 7 anni: 10 per il 2017 e 15 l'anno dal 2018 al 2023. La somma stabilita sarà impiegata per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio sotto vari aspetti. Tra gli obiettivi quello di incentivare gli investimenti diretti per la tutela dell'ambiente e dei beni culturali; limitare il rischio idrogeologico; la messa in sicurezza delle strade e di istituti pubblici, a partire dalle scuole; la diffusione della banda larga e delle misure a sostegno dell'artigianato digitale; la riqualificazione di aree dismesse e di immobili già presenti sul territorio; l'accrescimento delle energie rinnovabili; l'acquisizione di case cantoniere per destinarle ad attività di protezione civile o volontariato; la riqualificazione dei centri storici per realizzare alberghi diffusi; il recupero dei pascoli montani; la promozione dei prodotti provenienti da filiera corta o a chilometro utile.

Inoltre è anche previsto un piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane, per la messa in rete delle scuole e la progressiva informatizzazione dei servizi.

Si potrà accedere al fondo mediante la partecipazione a bandi pubblici, come specificato nel testo di legge: "Il Piano di cui al comma 2 definisce le modalità per la presentazione dei progetti da parte delle amministrazioni comunali, nonché quelle per la selezione, attraverso bandi pubblici, dei progetti medesimi da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri sulla base di determinati criteri". I criteri sono specificati e tra questi figurano: la valutazione dei tempi di realizzazione degli interventi; la valorizzazione delle filieri locali della green economy; il miglioramento della qualità di vita della popolazione e del tessuto sociale e ambientale di riferimento; l'impatto socio-economico degli interventi, con particolare riferimento agli incrementi occupazionali.

Il testo nasce da una proposta di legge del 2013 presentata dal Pd e per l'appunto da Ermete Relacci. Il documento è stato poi arricchito con le proposte del M5s di Patrizia Terzoni e con il coinvolgimento anche dell'Anci e di altre organizzazioni, a partire da Legambiente e Coldiretti.

Il commento del primo firmatario della legge Ermete Realacci

Firmatario del testo Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, che ha così commentato l'approvazione del ddl. "Una bella giornata per chi vuole bene all'Italia. Questo testo, è un'opportunità per tutto il Paese per un'idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l'innovazione, le nuove tecnologie e la green economy. L'importanza dei piccoli comuni, del resto, si è vista anche nel terremoto con il ruolo fondamentale per la tenuta delle comunità svolto da tanti sindaci".  E sul fondo istituito aggiunge: "Il fondo lo avrei fatto anche a zero. Pur se in sede di Legge di Bilancio si dovrà fare una battaglia, per ottenere più risorse, quello che è importante è il cambiamento nella maniera in cui si guarda al futuro dell'Italia, a questo importante e prezioso segmento del Paese".

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