Partono lettere del Fisco a milioni di contribuenti, quando arrivano e cosa rischia chi le riceve
Già in questi giorni, e poi nelle prossime settimane, milioni di persone riceveranno una lettera dall'Agenzia delle Entrate. Come anticipato, le lettere di compliance del Fisco per il 2025 saranno circa tre milioni. E chi le riceve potrebbe essere obbligato a mettersi in regola rapidamente, magari con una piccola ‘multa', per evitare di finire in procedure di riscossione o sanzioni ben più pesanti.
Le lettere – o Pec – inviate dal Fisco, stando alla convenzione con il ministero dell'Economia, saranno almeno 3.011.300. L'intenzione è di contattare quei contribuenti che hanno commesso delle piccole violazioni ma sono ancora in tempo per sistemare la cosa con un "versamento spontaneo" o inviando dei dati che fino a quel momento non sono arrivati. Lo scorso anno, lo stesso meccanismo aveva portato a recuperare più di quattro miliardi di euro da cittadini – partite Iva, dipendenti e non solo – che si erano messi in regola dopo aver ricevuto la lettera.
Quando arrivano le lettere di compliance del Fisco
Normalmente, le lettere sarebbero state inviate alla fine dell'anno. Tuttavia, nel 2024 il governo Meloni ha sospeso le comunicazioni dell'Agenzia delle Entrate a dicembre (oltre che ad agosto), con l'intenzione di evitare ai contribuenti di dover pensare alle pratiche fiscali nel periodo festivo.
Questo significa che le lettere non partiranno a dicembre. Per la maggior parte saranno spedite entro la fine di novembre – alcune dovrebbero già essere partite – e nelle prime due settimane di gennaio. Questo è quindi il periodo in cui sarà più probabile ricevere una comunicazione di compliance, per segnalare irregolarità o ritardi.
Cosa rischia chi riceve una lettera dall'Agenzia delle Entrate
Sono diversi i possibili motivi per cui si riceve una lettera del Fisco. Per quanto riguarda le partite Iva, è possibile che non si siano presentate le comunicazioni delle liquidazioni periodiche (che sono sottoposte controlli ogni tre mesi). Oppure, se nei dati Isa presentati ci sono delle irregolarità che vanno corrette.
Le Entrate possono inviare la comunicazione anche a chi non ha dichiarato tutti i redditi per il 2023. Se, stando ai dati dell'Agenzia, i conti non tornano nella dichiarazione presentata quest'anno, c'è un limite di tempo per correggere le informazioni inviate e aggiungere i guadagni che non si erano inseriti. Infine, chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi in tempo: dopo la scadenza dei termini (il 30 settembre per chi ha doveva compilare il 730, il 31 ottobre per gli altri) ci sono infatti 90 giorni di tempo per recuperare con una sanzione ridotta.
Le lettere hanno il principale scopo di evitare ‘punizioni' peggiori per chi non è in regola. Per chi ne riceve una, quindi il rischio più grande è quello di ignorarla. In questo modo, si rischia di passare da una comunicazione di compliance – che, come detto, invita a risolvere volontariamente il problema – ad accertamenti fiscali più severi, con sanzioni decisamente più importanti.
Ogni lettera conterrà le informazioni dettagliate del contribuente destinatario, l'irregolarità riscontrata, e anche le modalità per risolverla. Si potrebbe trattare di un versamento da fare per recuperare delle somme non dichiarate, con annesso bollettino per effettuarlo.