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Partito Democratico, dalla farsa alla tragedia

Il caso Cancellieri è l’ennesimo atto dello psicodramma del Partito Democratico. E stavolta al disastro hanno contribuito tutti, da Renzi a Letta, fino ad arrivare a Civati, Cuperlo ed Epifani.
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Uno psicodramma continuo, infinito. Che costringe ancora una volta milioni di militanti ad ingoiare l'ennesimo boccone amaro, a piegarsi ad una strana concezione della "responsabilità", a giudicare come legittime, inevitabili, le manovre di palazzo, i tatticismi, gli agguati, l'ipocrisia. Dopo l'umiliazione delle larghe intese, dopo la vergogna del caso Shalabayeva, la figuraccia sul caso Cancellieri. Che costringe i militanti e gli elettori a fare i conti con una nuova variabile: la schizofrenia.

Già, perché in nemmeno quindici giorni il Pd si è fatto carico di decine di sfumature, analisi, interpretazioni, posizioni di diverso tipo. Fino al capolavoro delle ultime ore: Renzi sfiducia il ministro, Civati lo scavalca annunciando mozione di sfiducia, Cuperlo si dice perplesso e spera in un passo indietro del ministro. Tutti quasi d'accordo, dunque cosa si fa? Ma è chiaro: si vota per la fiducia al ministro. Con il capolavoro assoluto dei cuperliani, ben riassunto da uno dei protagonisti della gestione allegra della vicenda, Pippo Civati: "Salvare Cancellieri, definendo inopportuna la sua vicenda, augurandosi che si dimetta, sapendo che non lo fa e non lo farà, per poi confermare la fiducia all’esecutivo". Lo stesso Civati che poi in Aula si esprime con un debole, debolissimo: "Voterò per disciplina di partito". Come se si trattasse di una entità sovrannaturale bisognosa di sacrifici umani (di coscienza e dignità politica, nello specifico).

Pazzesco, verrebbe da dire. Improponibile per un partito che si candida a governare il Paese. Inaccettabile da un punto di vista concettuale e inutile perfino sul piano "strategico", visto che, per dirla con Giannini, "si è riusciti ad introiettare nel partito un enorme problema del Governo". Ma soprattutto controproducente, perché si è trasformato un caso individuale in caso politico, nascondendo dietro parole (in questo caso) vuote, garantismo e giustizialismo, la "danza macabra tra Renzi e Letta" (e ci perdonerete la citazione di Brunetta). Che poi è un modo patetico di nascondere il segreto di Pulcinella: la presenza di Letta a Palazzo Chigi è incompatibile con quella di Renzi alla segreteria del Pd.

Il tutto con la regia del Colle, tanto per cambiare. E, si badi bene, senza che nemmeno sia stata fatta una valutazione di merito sulla vicenda Cancellieri. Una schifezza da ogni punto di vista, insomma.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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