Partite Iva, possibile proroga del secondo acconto Irpef 2024: a chi spetta la rateizzazione e come funziona
Le partite Iva potrebbero avere più tempo per pagare il secondo acconto delle imposte, in scadenza il 2 dicembre. Tra le proposte di modifica del decreto Fiscale collegato alla manovra 2025, ora all'esame della Commissione bilancio del Senato, c'è anche un emendamento per chiedere appunto di far slittare la scadenza del 2 dicembre per il secondo acconto delle imposte. Di solito la scadenza per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi è fissata al 30 novembre, ma essendo un sabato, in questo caso il pagamento è stato spostato al 2 dicembre.
Dopo l'interrogazione parlamentare del 13 novembre, durante un question time alla Camera, si parlava di un'ipotesi dello slittamento al 2025 dei pagamenti rateali delle imposte, ma la misura, che interessa autonomi e professionisti con ricavi o compensi non superiori alla soglia di 170mila euro, non è ancora stata approvata ufficialmente.
Sarebbe ora in programma un possibile rinvio al 16 gennaio 2025, con la possibilità di rateizzazione in cinque quote mensili, fino a maggio prossimo, seguendo uno schema che è stato già adottato l'anno scorso. Il ministro dell'Economia Giorgetti ha mostrato comunque un'apertura, sottolineando che la misura l'anno scorso "è stata accolta con grande interesse anche dagli intermediari e dai professionisti, perché ha consentito una maggiore flessibilità nella pianificazione delle spese fiscali per i lavoratori autonomi".
Imposte sui redditi per Partite Iva, la scadenza del secondo acconto 2024
L'emendamento al decreto Fiscale, presentato dalla Lega, premetterebbe alle partite Iva di versare le tasse al fisco entro al 16 gennaio 2025, superando quindi la scadenza del 2 dicembre, e contemporaneamente contempla la possibilità di rateizzazione in un massimo di cinque quote. Il pagamento quindi potrebbe non essere richiesto in un'unica soluzione, ma può essere spalmato in cinque rate mensili, fino a maggio. In genere il secondo acconto delle imposte sui redditi, tra cui Irpef, Ires e Irap, va pagato entro il 30 novembre. Ma visto che quest'anno la data cade di sabato, la scadenza è stata spostata a lunedì 2 dicembre.
Cosa prevede la proposta di rateizzazione Irpef: a chi spetta e possibili scadenze
L'emendamento al decreto Fiscale prevede appunto un rinvio della scadenza del 2 dicembre applicabile ai titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 170mila euro. Se la proposta venisse approvata, i contribuenti avrebbero due opzioni per il pagamento:
- un'unica soluzione con versamento entro il 16 gennaio 2025;
- una rateizzazione in cinque quote mensili di pari importo, con scadenza il 16 di ciascun mese, da gennaio a maggio 2025.
Per quanto riguarda la platea dei beneficiari, l'anno scorso hanno aderito al pagamento degli acconti a rate in tutto 276.277 titolari di partita Iva di cui 83.233 soggetti Irpef e 193.044 ripartiti tra minimi e forfettari.
Come pagare le imposte sui redditi per le Partite IVA
Come è spiegato sul sito dell'Agenzia delle Entrate, il contribuente versa l'Irpef con un acconto, in una o due rate, e un saldo. In particolare, ogni anno si versa il saldo relativo all'anno precedente e un acconto relativo all'anno in corso.
L'acconto Irpef è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno in corso (riferita, quindi, all’anno precedente) è superiore a 51,65 euro, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute e eccedenze. L'acconto per l’anno in corso deve essere versato in una o due rate, a seconda dell'importo:
- unico versamento entro il 30 novembre dell'anno di imposta se l’acconto è inferiore a 257,52 euro
- due rate, se l'acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima è pari al 40% e va versata entro il 30 giugno dell'anno di imposta (insieme al saldo dell’anno precedente), la seconda è pari al restante 60% e va versata entro il 30 novembre dello stesso anno.
I soggetti che devono applicare gli Indici sintetici di affidabilità (Isa) e i soggetti che rientrano nel regime forfetario effettuano:
- un unico versamento entro il 30 novembre se l’importo totale dovuto non supera 206 euro
- l'acconto in due rate di pari importo entro le stesse scadenze previste per gli altri contribuenti (30 giugno e 30 novembre).