"Stamattina mi è arrivata questa circolare dalla mia associazione: mi informa dell'aumento dei contributi Inps dal 27% al 30% per la gestione separata", racconta un professionista del settore tributario che preferisce rimanere anonimo. "Potete immaginare il mio stupore, dopo che per una settimana il governo ha ripetuto in tv non so quante volte che avrebbero bloccato questo aumento", conclude.
Questo accadeva solo due giorni fa. Ed è solo una delle tante storie che ci arrivano in questi giorni da chi deve confrontarsi col dramma di avere una partita Iva, e peggio se a gestione separata. Gli effetti della Riforma Fornero, associati ai provvedimenti della recente Legge di Stabilità, infatti, provocheranno nel 2015 un aumento delle tasse (o meglio: tasse più contributi) davvero insostenibile. Che ha già scatenato le proteste delle associazioni di settore – su tutte l'Acta – e tante mobilitazioni su twitter: #dicoNo33 (perché al 33%, dal 27% dell'anno scorso, arriverà la pressione dei contributi Inps nel 2018), di-gestione separata, e via così.
Ma la persona che ci invia questa segnalazione ha ragione: il premier Matteo Renzi e il ministro del lavoro Giuliano Poletti hanno passato buona parte degli ultimi giorni a ripetere in tv che avrebbero risolto la difficile situazione delle partite Iva – in particolare quelle iscritte alla Gestione Separata – bloccando l'aumento delle tasse, recuperando, convocando le associazioni di categoria.
"Ho fatto un errore ma adesso lo recuperiamo", ha detto Renzi a Daria Bignardi, in studio su Le Invasioni Barbariche de La7. Precedentemente Renzi aveva promesso: "Mi assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc nei prossimi mesi". Il ministro Poletti ha dato la sua disponibilità per: "Intervenire immediatamente per modificare la situazione che si è determinata in un senso diverso di quello che il governo avrebbe voluto".
Tant'è. Eppure queste parole hanno tutta l'aria di essere promesse a vuoto, se non si convertiranno subito in atti concreti. Perché già in passato, sulle partite Iva questo governo che ha solo un anno di vita ha promesso troppo: la possibilità del bonus di 80 euro, mai arrivato, le ripetute promesse di "interventi" di cui poi non si è mai vista l'ombra.
L'aumento dell'Inps invece, eccolo qui nero su bianco nelle circolari ministeriali e delle associazioni di categoria. Assieme al dato record di aperture di nuove partite Iva tra novembre e dicembre: + 15%. Un vero e proprio esercito di disperati, 38.351 persone che per paura di perdere il vecchio regime dei minimi con l'irpef al 5% – anziché al 15% come sarà nei nuovi minimi – si è precipitata ad aprire partita Iva, anche nell'incertezza di averne necessità.
Facciamo un salto indietro. Cosa cambia ora con la partita Iva? Come si diceva, si parla dei primi effetti della Riforma Fornero e dei provvedimenti inseriti nella recente Legge di Stabilità approvata in Senato il 19 dicembre. La Riforma Fornero introduce l'aumento dell'Inps per gli iscritti alla gestione separata dal 27,72% (in cui lo 0,72% è destinato a un "contributo aggiuntivo di indennità assistenziale", ovvero malattia, maternità e paternità, di cui però le apertite Iva non hanno mai sentito parlare) al 33,72% entro il 2018. Ma l'aumento più consistente avviene proprio ora, nel 2015: dal 27,72% al 30,72%, ben tre punti percentuali in più.
Veniamo poi alla Legge di Stabilità. Che elimina il vecchio regime dei minimi, agevolato per i più giovani. Che si trovavano a poter pagare fino ai 35 anni il 5% di Irpef e il 27,72% di Inps. Questo regime non esisterà più dal 31 gennaio (doveva essere il 31 dicembre 2014 ma il termine è stato prorogato, visto il boom di nuove aperture). Il nuovo regime dei minimi – o meglio, di fiscalità agevolata – non riguarderà più i giovani ma tutti. Con l'Irpef al 15%, ben 10% in più rispetto al precedente. Che va ad aggiungersi all'aumento dell'Inps (leggi la semplice guida di Fanpage.it: le 13 cose che devi sapere se apri ora la partita Iva)
Un vero e proprio salasso, uno scandalo, che colpisce principalmente, come si è detto, gli iscritti alla gestione separata. Circa un milione e mezzo di persone in tutta Italia, principalmente giovani, soprattutto precari. Che il governo faccia quanto dice, allora. Basta promesse. Se si è deciso per un ripensamento, per un blocco dell'aumento di tasse e contributi, che si operi d'urgenza, perché non si può vivere nell'incertezza. "Potete immaginare il mio stupore quando ho ricevuto la circolare con l'aumento dell'Inps", dice il nostro professionista. Bisogna intervenire ora.