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Autonomia differenziata delle Regioni

Parte la raccolta firme per il referendum contro l’Autonomia: l’opposizione si mobilita in tutta Italia

I leader dell’opposizione sono oggi nelle piazze di diverse città italiane per lanciare la raccolta firme volta a indire il referendum contro l’Autonomia differenziata, già richiesto anche da cinque regioni.
A cura di Annalisa Girardi
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Non solo la richiesta delle Regioni a guida centrosinistra: per il referendum contro l'Autonomia differenziata è partita anche la raccolta firme in tutta Italia. "L'Autonomia differenziata fatta dal governo Meloni spacca in due il Paese, aumenta le disuguaglianze che Sud e aree interne hanno già pagato troppo, ma è una riforma insensata anche per il Nord", ha detto Elly Schlein da Perugia, dando il via alla mobilitazione. "Autonomia differenziata vuol dire limitare l'accesso alla salute, alla sanità pubblica, al trasporto pubblico locale, alla scuola pubblica, alle cittadine e ai cittadini a seconda di dove nascono. Non accettiamo che ci siano cittadine e cittadini di serie A e di serie B. La qualità dei servizi va garantita a tutti perché, come dice la nostra Costituzione, c'é un diritto fondamentale che è quello dell'unità nazionale che noi vogliamo difendere", ha aggiunto la segretaria del Partito democratico.

Che non è l'unica esponente dell'opposizione a trovarsi oggi nelle piazze italiane per la raccolta firme. A iniziative simili hanno partecipato anche Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi, Maria Elena Boschi e tanti altri. L'abrogazione del ddl Calderoli è la prima questione su cui tutti i partiti di opposizione, da quelli più a sinistra a quelli dell'ex Terzo Polo, si trovano d'accordo e stanno facendo battaglia comune. "Noi come partito democratico siamo ovunque testardamente unitari, lo siamo ancora di più dopo il buon risultato che abbiamo visto alle amministrative e alle europee. Quando si mette avanti un progetto condiviso su priorità concrete sono convinta che tra le forze che vogliono costruire l'alternativa alla destra si possa realizzare un'ampia convergenza", ha aggiunto Schlein.

Giuseppe Conte è invece a Civitavecchia, dove si è anche seduto a un banchetto per raccogliere concretamente le firme e i documenti, compilando i moduli necessari. "L'Italia non si spacca. Dobbiamo fermare questa riforma che opera una secessione voluta dal governo Meloni. Non possiamo consentire che soffrano ancora di più sanità, istruzione, trasporti, infrastrutture. Dobbiamo difendere l'unità e il tricolore anche a vantaggio degli imprenditori che non possono avere sempre più burocrazia", ha detto.

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I leader dell'Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, hanno scelto invece di raccogliere le firme a Roma. "Ci siamo: comincia la raccolta firme per il referendum sullo spacca Italia di Calderoli, una controriforma che non danneggerà soltanto il Sud aumentando in modo indecente le diseguaglianze, che già stanno segnando pesantemente la vita di milioni di famiglie, dal caos della sanità alle difficoltà della scuola pubblica. Questo provvedimento del governo della destra danneggerà tutto il Paese e il suo sistema produttivo: 20 piccoli staterelli totalmente impreparati a gestire le grandi sfide del mondo che abbiamo di fronte", ha commentato Fratoianni.

"Oggi inizia la raccolta firme per il referendum contro lo spacca-Italia, contro coloro i quali vogliono portare a brandelli l'unità di questo Paese, mi riferisco al mercimonio di Salvini e Meloni, l'Autonomia in cambio del premierato. Noi vogliamo difendere la sanità pubblica, l'istruzione, vogliamo impedire che ci siano differenze economiche e sociali tra nord e Sud. Tra venti Regioni non può essere divisa la politica energetica, sarebbe un danno alla nostra economia e al nostro sistema produttivo", ha aggiunto Bonelli.

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Il segretario di +Europa Riccardo Magi, da parte sua ha detto: "Siamo con le altre opposizioni per impedire a una legge sbagliata di creare danni nel nostro paese: danni ai cittadini, perché avremo servizi peggiori; danni ai conti pubblici perché questa è una riforma che rischia di creare un enorme buco su un bilancio che già è gravato da un debito pubblico fuori misura; danni per le imprese, che si troverebbero in molti casi normative differenti in 20 regioni-stato differenti".

E infine, da Italia Viva, Maria Elena Boschi, dal banchetto organizzato dal suo partito, ha detto: "Una firma per dire no all'autonomia differenziata, una riforma che spacca in due il Paese. Questa autonomia crea ingiustizie, smantella la sanita pubblica e l'istruzione e soprattutto complica la vita a cittadini e imprese con un incremento della burocrazia, frenando lo sviluppo e creando un Paese più ingiusto",

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