Parlamento Ue blocca i tagli proposti dai governi di destra a fondi per giovani e ricerca
La parola d'ordine è sorveglianza. Bisogna vigilare sulla nuova Commissione europea, per controllare che non viri troppo a destra. Sta già succedendo, è già accaduto in realtà. Per questo i socialisti si sono messi di traverso: il rischio che l'asse politico della maggioranza che si realizza in Parlamento si vada sempre più spostando a destra è concreto e lo si è visto anche nelle scorse settimane.
Domani, intono alle 12, al Parlamento europeo si vota per la nuova Commissione europea, e per Ursula von der Leyen, dopo l'accordo raggiunto non dovrebbero esserci sorprese – serve la maggioranza semplice dei voti espressi – anche se la maggioranza su cui potrà contare sarà più limitata, rispetto a quella ottenuta a luglio a sostegno della sua candidatura, quando ad appoggiarla c'erano Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi. Ora gran parte dei Verdi ha annunciato che voterà contro, sia perché il Ppe ha tradito "la maggioranza pro-europea a favore di un'alleanza alternativa di estrema destra", per utilizzare le parole dei socialisti, sia per la decisione di affidare una delle sei vicepresidenze della Commissione a Raffaele Fitto, che fa parte di Fratelli d'Italia ed è espressione del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (di cui Meloni è presidente).
Cosa cambia per il bilancio dell'Ue 2025
Domani si vota anche sul bilancio dell'Ue per il 2025, che probabilmente passerà all'unanimità, e poi sarà operativo. Gli eurodeputati sono riusciti a bloccare il tentativo di una drastica sforbiciata, proposta dai governi europei di destra, che hanno la maggioranza del Consiglio europeo. Il mese scorso infatti il Consiglio aveva proposto tagli al bilancio da 1,52 miliardi di euro, che avrebbero inciso su programmi chiave per il futuro dell'Europa, come il programma di mobilità studentesca Erasmus+ e il programma di ricerca Horizon Europe.
Nell'ambito del negoziato tra Europarlamento e Consiglio, i deputati, socialisti in testa, sono riusciti a spuntarla, con un pre-accordo raggiunto lo scorso sabato: con una serie di emendamenti hanno annullato i tagli che avrebbero voluto gli stati membri, per la maggior parte guidati da esecutivi di centrodestra o destra, e dunque per il bilancio Ue del prossimo anno ci saranno 230,7 milioni di euro in più, sommando le varie voci.
Complessivamente il bilancio dell'Ue per il 2025 ammonta a quasi 200 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto all'anno precedente. Ecco alcuni degli investimenti che saranno preservati:
- +61 milioni di euro: per progetto Erasmus+
- +25 milioni di euro: per il programma di ricerca Horizon, di cui +7,5 milioni per il Consiglio Europeo per l'Innovazione, 2,5 milioni per azioni Marie Skłodowska-Curie
- 3 miliardi di euro dei Fondi di Coesione per supporto a regioni colpite da calamità naturali, tra cui le recenti inondazioni.
La battaglia tra Parlamento e Consiglio è solo all'inizio
"L'annullamento di questi tagli è importante perché abbiamo dimostrato di poter contrastare una tendenza negativa, che avrebbe significato una diminuzione della capacità dell'Europa di investire", ha spiegato a Fanpage.it Nicola Zingaretti, capodelegazione Pd al Parlamento europeo. "Il bilancio è stato fatto dalla vecchia Commissione, che rispetto a quello attuale era molto più di centrosinistra. La scelta del Consiglio di ridurre la spesa comune europea è evidentemente una scelta politica, che coincide con quell'Europa delle Nazioni che dicono di volere gli antieuropeisti. A quest'impostazione si è contrapposto il Parlamento europeo, insieme alla vecchia Commissione", ha spiegato Zingaretti.
"Mettere più risorse in Europa non significa toglierle allo Stato. Abbiamo scongiurato i tagli, ma siamo solo all'inizio, questo non è che l'antipasto del tipo di battaglia politica che dovremo condurre nei prossimi anni. Il Parlamento non ha di per sé una maggioranza, ma questa si determina sui singoli dossier. La partita è aperta, per i prossimi cinque anni, non c'è un quadro pre-determinato. Non esiste una maggioranza europeista data una volta per tutte, ma non c'è neanche una maggioranza di destra", ha sottolineato Zingaretti. "Sarà una lotta all'ultimo voto per salvare i risultati".
La Commissione ha promosso il bilancio dell'Italia: cosa significa
Il Documento programmatico di bilancio dell'Italia – il piano annuale che il governo italiano deve presentare alla Commissione Europea entro metà ottobre, che contiene le previsioni economiche e le principali misure di politica fiscale per il 2025 – insieme a quello di altri 7 Stati membri dell'area dell'euro (Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia), è stato dichiarato dalla Commissione Ue in linea con le raccomandazioni di bilancio, poiché si prevede che la loro spesa netta rientri nei massimali. Su 17 bilanci presentati, 8 hanno ricevuto l'ok. I conti italiani sono stati ritenuti soddisfacenti: il semaforo verde è arrivato sia sulla manovra 2025 che sul piano pluriennale di rientro del debito in sette anni, che applica le nuove regole del Patto di stabilità.
Secondo Nicola Zingaretti il governo Meloni non ha motivo di cantare vittoria. La tempistica potrebbe non essere casuale, viste le liti che in questi giorni tengono impegnati i partiti di maggioranza, che stanno cercando di piantare qualche bandierina in più sulla prossima manovra. "Hanno un problema enorme – ha commentato Zingaretti – non riescono ad approvare il bilancio perché hanno accettato totalmente i vincoli sul piano di rientro. Meloni lo ha detto chiaramente agli alleati, sono stati esauriti tutti i margini di aumento di spesa pubblica, e quindi la maggioranza sta esplodendo. È interessante che la Commissione abbia approvato proprio adesso il bilancio dell'Italia, mentre a Roma va avanti la discussione tra Lega e Forza Italia. Il soccorso dell'Europa potrebbe dare una mano al ministro Giorgetti, che continua a ripetere che la coperta è corta. La bollinatura di Bruxelles potrebbe aiutare a mettere la parola fine a queste discussioni nel centrodestra".