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Parlamento pulito, la legge di Beppe Grillo bloccata dalla casta

La conferenza dei capigruppo del Senato ha bloccato la legge d’iniziativa popolare sul “Parlamento pulito” promossa dal comico genovese Beppe Grillo. Il provvedimento, tra le altre cose, prevede l’ineleggibilità dei condannati.
A cura di Alfonso Biondi
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Beppe Grillo in Piazza

Parlamento pulito? No, grazie. La conferenza dei capigruppo del Senato ha affossato la legge di iniziativa popolare promossa da Beppe Grillo e dal Movimento 5 stelle, decidendo di non calendarizzarla. La casta, insomma, non rinuncia ai propri privilegi, nonostante a chiederlo siano state ben 350.000 persone.

Il provvedimento, depositato durante l'ultima legislatura del centrosinistra e sepolto in chissà quale antro remoto di Palazzo Madama, era stato ripescato recentemente dall'Italia dei Valori. Dopo una sollecitazione formale del partito di Antonio Di Pietro, il Presidente del Senato Schifani ha inviato la proposta alla conferenza dei capigruppo, lasciando a loro la decisione  sulla calendarizzazione del provvedimento.

Il resto è storia nota: la maggioranza, compatta, ha dato parere negativo così come tutte le opposizioni. Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro (Pd), Francesco Rutelli (Terzo Polo), Federico Bricolo (Lega Nord), Giampiero D'Alia (Udc), Giovanni Pistorio (Misto), Pasquale Viespoli (Forza Sud): tutti sfavorevoli tranne Felice Belisario dell'Italia dei Valori. La questione è stata liquidata richiamando la necessità di collegare la proposta all'eventuale riforma della legge elettorale. Una riforma che al momento non sembra essere tra le priorità dell'attuale esecutivo.

Un epilogo che, però, ci si attendeva. La proposta di legge "Parlamento pulito", infatti, avrebbe costretto i membri della casta ad abolire molti dei privilegi di cui godono. Nello specifico: ineleggibilità dei condannati in via definitiva e nei primi due gradi di giudizio con processo in corso, ripristino dell'elezione diretta dei parlamentari con preferenza unica, limite massimo di due mandati. "Che dire? Non c'è più niente da dire. La democrazia è stata ormai seppellita dai partiti che ne hanno fatto una dittatura pret-à-porter" ha sbottato sul suo blog Beppe Grillo, che ha chiuso il suo post ricordando che "Parlamento Pulito prevede solo due mandati, Gasparri e Rutelli sono al sesto e la Finocchiaro al settimo".

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