Parlamento europeo condanna l’Ungheria: “Viola lo Stato di diritto”. Fdi e Lega votano contro
Il Parlamento europeo condanna l'Ungheria, per la carenze sullo Stato di diritto. Ma il gruppo Ecr e Id, comprese le delegazioni italiane di FdI e Lega hanno votato contro. A favore, invece, si sono pronunciati i gruppi politici del Ppe, Renew, S&D, Verdi e The Left e gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle.
L'Eurocamera, riunita in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato oggi una risoluzione, a larga maggioranza, in cui si dice "sconcertato dalla persistente violazione sistematica e deliberata della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, di cui il governo ungherese è responsabile".
Il testo, approvato con 399 voti a favore, 117 contrari e 28 astenuti, invita il Consiglio e la Commissione "a dedicare maggiore attenzione alla lotta contro lo smantellamento sistemico dello Stato di diritto, nonché all'interazione tra le varie violazioni dei valori individuate nelle sue risoluzioni" e sottolinea che l'Ue "dovrebbe difendere tutti i valori sanciti dall'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea (Tue) con uguale determinazione, e che il mancato rispetto di tali valori mina le istituzioni democratiche e incide, in ultima analisi, sui diritti umani e sulla vita di tutti i cittadini nei Paesi in cui tali valori sono violati".
La risoluzione sottolinea "che il rispetto dei valori sanciti dall'articolo 2 del Tue "si è sostanzialmente deteriorato in Ungheria da quando è scattato l'articolo 7, ed esprime profondo rammarico per il fatto che la mancanza di un'azione decisiva da parte della Commissione e del Consiglio abbia contribuito al crollo della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali nel Paese, trasformandolo in un regime ibrido di autocrazia elettorale".
Il testo, inoltre, condanna l'adozione della legge sulla protezione della sovranità nazionale e l'istituzione dell'Ufficio per la protezione della sovranità (Spo). "L'Spo, si legge nella risoluzione, "poteri estesi e un rigoroso sistema di sorveglianza e sanzioni, che viola fondamentalmente gli standard di democrazia, come il principio di elezioni libere ed eque, lo stato di diritto e i diritti fondamentali, e viola molteplici leggi dell'Ue". Gli eurodeputati, quindi, chiedono alla Commissione di chiedere alla Corte di giustizia dell'Ue misure provvisorie per sospendere immediatamente la legge, in quanto questa incide sul principio di elezioni libere ed eque.
Il Parlamento invita quindi la Commissione a intraprendere azioni immediate ai sensi del regolamento per quanto riguarda altre violazioni dello Stato di diritto e ribadisce "le sue gravi preoccupazioni" in merito alla decisione di sbloccare fino a 10,2 miliardi di euro di fondi comunitari "senza adeguati meccanismi di controllo o procedure di controllo adeguate a garantire una sana gestione finanziaria o la tutela del bilancio dell'Ue", cosa che ha spinto il Parlamento a presentare ricorso alla Corte di giustizia dell'Ue.
Le recenti rivelazioni trapelate dall'ex ministro della Giustizia ungherese, si legge in una nota dell'Eurocamera, "dovrebbero indurre la Commissione a ritirare l'erogazione dei fondi dell'Ue". Inoltre, i deputati sottolineano che è incomprensibile sbloccare fondi che citano miglioramenti dell'indipendenza della magistratura, mentre i fondi coperti da differenti leggi dell'Ue rimangono bloccati a causa di carenze nello stesso settore.
L'Eurocamera, inoltre, "deplora il fatto che l'Ungheria abbia abusato del suo potere di veto in seno al Consiglio, impedendo la concessione di aiuti essenziali all'Ucraina, minando così gli interessi strategici dell'Ue e condanna la politica generale del governo ungherese nei confronti della Russia".
I deputati, infine, ribadiscono la necessità di determinare se l'Ungheria abbia commesso "violazioni gravi e persistenti dei valori dell'Ue", e temono che il governo ungherese "non sarà in grado di adempiere in modo credibile ai suoi doveri in seno alla presidenza del Consiglio nella seconda meta' del 2024", chiedendo anche un meccanismo globale per proteggere i valori dell'Ue.