Paragon, ascoltata la società che vende lo spyware Graphite, Copasir depositerà relazione al Parlamento

Ieri si è tenuta al Copasir un'altra audizione sul caso Paragon, relativo allo spionaggio ai danni di giornalisti – tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato – e attivisti di oltre 24 Paesi, nel mirino dello spyware Graphite a zero click, che si introduce nei cellulari. Ieri è stato il turno proprio di Paragon Solutions, la società israeliana che vende il software esclusivamente a clienti governativi che dovrebbero usarlo per prevenire attività criminali: i rappresentanti legali e istituzionali dell'azienda sono stati ascoltati ieri dai membri del Comitato parlamentare, per circa un'ora e mezza.
Lo scorso 14 febbraio l'intelligence ha affermato che l'operatività dello spyware era stata sospesa in accordo con l'azienda israeliana di cyber intelligence, acquistata nel dicembre scorso da un fondo americano. Come risulta anche a Fanpage.it, è stata la stessa Paragon a sospendere la disponibilità del software di livello militare Graphite per i servizi italiani, in seguito ad una violazione del quadro etico.
L'intelligence, da parte sua, ha sempre sostenuto la correttezza dell'impiego dello spyware, avvenuto nei limiti prescritti dalla legge e con l'autorizzazione del magistrato competente, il presidente della Corte d'appello di Roma. Il Copasir ha avviato un approfondimento sulla vicenda con un ciclo di audizioni che non si è ancora concluso: mancano ancora due audizioni, poi il Comitato presenterà una relazione al Parlamento sul caso. Nell'ultima audizione il sottosegretario Mantovano ha ammesso che l'Aise ha effettivamente intercettato gli attivisti della Ong Mediterranea Saving Humans, ma non è ancora chiaro chi ha spiato il telefono di Francesco Cancellato. Mantovano in pratica detto che i servizi, Aisi e Aise, non hanno spiato il direttore di Fanpage.it, e che gli 007, che hanno utilizzato il software di Paragon Solutions, "hanno agito nel rispetto della legge". Restano ancora molti dubbi sulla vicenda. Secondo quanto emerso dall'audizione di ieri, secondo le indiscrezioni riportate dal Domani, Paragon al momento non sarebbe in grado di risalire all'origine dello spionaggio ai danni di Cancellato: non si sa ancora chi l'abbia spiato, ma è certo che l'azienda non fa affari con soggetti privati.
Intanto martedì al Parlamento europeo si è verificato un altro fatto sospetto. Si sarebbe dovuta tenere l'audizione di don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, insieme a Luca Casarini, tra gli spiati di Graphite, attesi in commissione Libe. Ma l'audizione è stata rinviata, al prossimo 23 aprile, per una richiesta di differimento giunta dalle forze politiche del centrodestra italiano, e dai loro gruppi di riferimento al Parlamento di Bruxelles, Ecr, Ppe e Patrioti. Il sacerdote ha raccontato al Domani di essere stato contattato qualche ora prima dell'audizione, e di aver ricevuto la notizia del rinvio, senza ricevere alcuna spiegazione.
"Ieri (martedì 8 aprile) era prevista presso la Commissione Giustizia dell’Eurocamera, l’audizione di Don Mattia Ferrari e Luca Casarini, attivisti di Mediterranea, e vittime come altri dello spionaggio del caso Paragon, con malware militare ‘Graphite' in uso ai servizi segreti. Come è accaduto per il dibattito al parlamento italiano, la destra unita ( Lega, Fdi e Forza Italia) ha impedito che il parlamento europeo potesse ascoltare due cittadini italiani che sono vittime e testimoni di questa gravissima violazione delle libertà costituzionali: mettere sotto controllo con spyware attivisti e giornalisti scomodi per il governo, e’ tipico dei regimi", è la denuncia di Mediterranea Saving Humans.
"La destra non vuole che se ne possa discutere, avrebbe voluto fin dall’inizio che questo caso fosse insabbiato, rifugiandosi prima nel ‘segreto di Stato' e poi affidando alla opacità del Copasir, un argomento che meriterebbe invece una riflessione pubblica, viste le implicazioni con la Libia e l’attività criminale delle milizie. L’argomento usato per impedire l’audizione alla Commissione Giustizia, è stata ‘ci sono solo Ferrari e Casarini'. A parte che doveva relazionare anche un rappresentante di Meta oltre ai nostri attivisti, ma che significa? Non si potevano prevedere in seguito altre audizioni e intanto raccogliere queste testimonianze? Oppure il problema è che, come annunciato da anticipazioni di stampa, le prove di una vera e propria attività di sorveglianza, compresi pedinamenti e tentativi di intrusione nelle abitazioni dei testimoni delle attività criminali delle milizie libiche contro donne, uomini e bambini, fanno troppa paura al governo italiano? Noi saremmo ben contenti che ad essere auditi oltre a Mediterranea, ci fossero ad esempio il sottosegretario Mantovano, o i funzionari dei servizi come il generale Caravelli che cura i rapporti con le milizie libiche".
"E infatti abbiamo scritto alla Commissione proprio perché possano essere auditi anche loro, magari proprio il prossimo 23 aprile, data in cui è fissata e si spera mantenuta la nostra testimonianza. Alla destra, quella del ‘free speech' di Vance e Trump, va bene la libertà di parola solo quando riguarda l’istigazione all’odio, la propaganda contro i diritti umani, il razzismo? E invece quando qualcuno può mettere in difficoltà il potere, allora va spiato e imbavagliato? Noi non abbiamo paura. E se gli esponenti della destra europea e italiana hanno un briciolo di coraggio, si confrontino pubblicamente e davanti a tutti. Il 23 aprile saremo alla nuova audizione al Parlamento Europeo, il caso Paragon non verrà insabbiato", hanno fatto sapere.