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Elezioni europee 2024

Par condicio, ok all’emendamento di maggioranza in Vigilanza Rai: via i limiti per i membri del governo

L’emendamento di maggioranza approvato in Vigilanza Rai in vista delle elezioni europee prevede che per “i programmi di approfondimento informativo” il principio di par condicio “faccia in ogni caso salvo il principio e la necessità di garantire ai cittadini il diritto a una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”.  Insorgono le opposizioni.
A cura di Annalisa Girardi
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Passa la delibera sulla par condicio in vista delle elezioni europee, approvata in commissione di Vigilanza Rai nonostante il voto contrario di tutte le forze di opposizione. Che attaccano quelle di maggioranza, accusandole di voler "far esondare il governo durante la campagna elettorale, eliminando il motivo stesso per cui esiste la par condicio". I parlamentari del Partito democratico in commissione hanno poi proseguito: "Si vuole comprimere la voce dell'opposizione".

L'emendamento di maggioranza sull'informazione governativa – a firma di Francesco Filini (Fratelli d'Italia), Giorgio Maria Bergesio (Lega) e Maurizio Lupi (Noi Moderati) – approvato in serata in Vigilanza Rai sostiene che per "i programmi di approfondimento informativo" il principio di par condicio – cioè quel criterio che nei media viene utilizzato per consentire a tutte le parti politiche un'adeguata ed equa visibilità – "faccia in ogni caso salvo il principio e la necessità di garantire ai cittadini il diritto a una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative".

L'opposizione attacca il governo: "Limita i nostri spazi"

Con questa linea, secondo l'opposizione, si garantirebbe maggiore spazio agli esponenti del governo di centrodestra, limitando quello per le forze di opposizione. In particolare secondo Angelo Bonelli, dell'Alleanza Verdi e Sinistra, con questa delibera il centrodestra "sancisce l'occupazione del governo e della stessa maggioranza degli spazi televisivi Rai". Per gli esponenti del Movimento Cinque Stelle in commissione, invece, la maggioranza "stravolge la delibera azzoppando i presidi della par condicio".

La minoranza, comunque, si è detta a favore (dopo una riformulazione) dell'emendamento – sempre in tema di par condicio – che esclude dal conteggio gli interventi televisivi dei rappresentanti del governo quando intervengono "su materie inerenti all'esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte". La revisione del testo prevede che "la loro presenza deve essere limitata esclusivamente alla esigenza di assicurare la completezza e l'imparzialità dell'informazione".

Rutolo: "Maggioranza andata oltre ogni decenza, Meloni considera Rai una cosa sua"

"Non era mai successo che una maggioranza di governo per dare più spazio in Tv ai suoi ministri e sottosegretari si votasse da sola, dopo averlo stravolto, il regolamento della par condicio messo a punto dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni'‘, ha aggiunto Sandro Ruotolo, il responsabile Informazione del Pd. "Quello che è successo ieri sera non ha precedenti. Per la prima volta da quando è stato varato il regolamento nel 1993, la par condicio non garantisce più il corretto svolgimento della campagna elettorale nella Tv pubblica perché consente a ministri e sottosegretari di aggiungersi ai rappresentanti della maggioranza negli ultimi giorni della campagna elettorale, in questo caso per le elezioni Europee dell'8 e 9 giugno, con la scusa delle loro attività istituzionali. Un atto di forza grave e pericoloso. I rappresentanti della maggioranza in commissione sono andati oltre la decenza. Le opposizioni hanno votato compatte contro gli emendamenti presentati in commissione", ha poi proseguito.

Infine, Ruotolo ha concluso: "Prendiamo atto, come Partito Democratico, che la presidente Meloni considera la Rai cosa sua. Da oggi avremo due regolamenti per la par condicio. Uno redatto dall'Agcom per le emittenti private e l'altro scritto nelle stanze di palazzo Chigi per l'emittente pubblica. Dunque, la questione del controllo politico sull'informazione nel nostro Paese è sempre più drammatica. L'articolo 21 della Costituzione è a rischio. Non si cambiano le regole mentre è in corso la campagna elettorale".

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