Papa Francesco dalla parte dei giovani: “Sono precari, sottopagati e sfruttati, sosteniamoli”
Papa Francesco si schiera coi giovani "sfruttati e sottopagati". L'occasione sono i 50 anni della Confap, confederazione unitaria della Conferenza episcopale italiana per supportare l’orientamento e la formazione professionale. In Aula Nervi, di fronte ai rappresentanti degli oltre 160mila giovani allievi tra i 14 e i 18 anni, il pontefice ha espresso la sua solidarietà a una generazione che considera precaria.
Le parole del pontefice arrivano a pochi giorni dalla festa dei lavoratori del primo maggio. Il Papa, tuttavia, si è soffermato anche sulle difficoltà di chi fatica a trovare un’occupazione. "I giovani, sempre colmi di talenti e di potenzialità, sono anche particolarmente vulnerabili, sia per alcune condizioni antropologiche che per diversi aspetti culturali del tempo in cui viviamo – ha affermato il Papa – Alludo non solo ai Neet che non sono né in formazione né in attività, ma ad alcune scelte sociali che li espongono ai venti della dispersione e del degrado". In Italia la percentuale di persone tra i 15 e i 29 anni che non lavorano né studiano (i cosiddetti "Neet", appunto) è circa il 19%, secondo gli ultimi dati Eurostat.
Papa Francesco ha fatto riferimento anche ai fenomeni della fuga dei cervelli e dell’emigrazione interna per trovare un lavoro. "Molti giovani abbandonano i loro territori di origine per cercare occupazione altrove, spesso non trovando opportunità all'altezza dei loro sogni – ha continuato Bergoglio – Alcuni, poi, intendono lavorare ma si devono accontentare di contratti precari e sottopagati". Secondo l'Istat, la percentuale di giovani under30 tra i lavoratori pagati sotto i 9 euro lordi l'ora è il 12,3%.
Il Papa, che sarà presente al G7 per discutere di intelligenza artificiale, invitato dal governo italiano, ha parlato anche delle sfide legate allo sviluppo tecnologico e all’impatto dell’innovazione sul mondo del lavoro. "Siamo chiamati a respingere due tentazioni: da un lato la tecnofobia, cioè la paura della tecnologia che porta a rifiutarla; dall'altro lato la tecnocrazia, cioè l'illusione che la tecnologia possa risolvere tutti i problemi – ha dichiarato – Bisogna investire risorse ed energie, perché la trasformazione del lavoro esige una formazione continua, creativa e sempre aggiornata".
"Insieme alle competenze tecniche sono importanti le virtù umane: una tecnica senza umanità diventa ambigua, rischiosa e non è veramente formativa – ha continuato il Papa – La formazione deve offrire ai giovani strumenti per discernere tra le offerte di lavoro e le forme di sfruttamento".
Per il pontefice è fondamentale, infine, che ci sia dialogo tra le diverse generazioni, e che questo dialogo si concretizzi in un maggior ricambio nel mondo del lavoro. "Se occorre promuovere una legislazione che favorisca il riconoscimento sociale dei giovani, ancora più importante è costruire un ricambio generazionale dove le competenze di chi è in uscita siano al servizio di chi entra nel mercato del lavoro – ha chiosato Papa Bergoglio – In altre parole, gli adulti condividano i sogni e i desideri dei giovani, li introducano, li sostengano, li incoraggino senza giudicarli".