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Paola Taverna alla maggioranza: “Voi siete niente, ecco le 22 ragioni per dire no a Letta”

Il durissimo intervento della senatrice del Movimento 5 Stelle durante la discussione sulla fiducia a Letta.
A cura di Redazione
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Nella giornata del clamoroso passo indietro di Silvio Berlusconi, che sceglie di sostenere il Governo Letta dopo aver chiesto ai suoi parlamentari e ministri di rassegnare le dimissioni, il Movimento 5 Stelle si compatta intorno alla sua portavoce a Palazzo Madama, Paola Taverna. La parlamentare grillina, infatti, ha pronunciato un durissimo discorso nell'Aula di palazzo Madama, infiammando gli animi dei militanti 5 Stelle e dei suoi colleghi, per chiudere con un lapidario "voi siete niente", all'indirizzo della maggioranza sostenuta (di nuovo) da Partito Democratico, Scelta Civica e Popolo della Libertà. Poco dopo, sulla pagina facebook del gruppo M5S a Palazzo madama, ecco la trascrizione delle 22 buone ragioni per dire no al Governo Letta.

La svilente pantomima che si è tenuta al Senato ce la ritroveremo alle 16 qui alla Camera. Ecco ventidue buone ragioni per dire NO al governo Letta:

1) non si è introdotto il reddito di cittadinanza;

2) non si sono adottate misure immediate ed efficaci per il rilancio della piccola e media impresa;

3) non si è introdotta una effettiva legislazione anti-corruzione;

4) non si è né informatizzato né semplificato lo Stato;

5) non si è abolito alcun finanziamento pubblico ai partiti politici;

6) non si è istituito alcun sistema per verificare gli arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi 20 anni;

7) non si è introdotto alcun nuovo strumento di democrazia diretta, come il referendum popolare propositivo e referendum popolare abrogativo, senza quorum;

non si è provveduto ad alcuna riduzione delle indennità dei parlamentari, né alla riduzione dei costi della politica;

9) non si è provveduto a promuovere modifiche ai regolamenti parlamentari, volte ad introdurre l'obbligo di esame di ogni iniziativa legislativa popolare;

10) non si è provveduto alla riforma del sistema pubblico radiotelevisivo, al fine di renderlo indipendente dal sistema partitico e politico;

11) non si è seriamente supportata, da parte del Governo, alcuna riforma del sistema elettorale vigente;

12) non si è provveduto a fissare a due il numero massimo di mandati elettorali, a qualsiasi livello, che ogni cittadino può essere chiamato a ricoprire;

13) non si è introdotta alcuna disciplina volta a prevenire e a contrastare il conflitto di interessi;

14) non si sono ripristinati i fondi tagliati alla Sanità ed alla scuola pubblica;

15) non si è provveduto ad alcuna abolizione dei finanziamenti diretti ed indiretti ai giornali;

16) non si è provveduto a garantire ai cittadini il libero e gratuito accesso alle Rete;

17) non si è abrogata – in maniera definitiva – l'IMU sulla prima casa;

18) non si sono introdotte misure volte alla piena impignorabilità della prima casa;

19) non si è abolita Equitalia;

20) non si è provveduto a ripristinare la formulazione originaria dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300 del 1970);

21) non si è abbandonato, in via definitiva, il programma per la produzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35;

22) si è pervicacemente perseguita la riorganizzazione geografica della giustizia, determinando un'azione di desertificazione della presenza dello stato sul territorio nazionale."

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